Un Andreas in cucina

The Resolution – Prompt:

Un personaggio affronta la decisione di un grosso cambiamento di vita.

Fumagalli stava vagando nella folla da cinque minuti, con estrema cautela perché la gente, con bicchieri e piattini in mano, prestava poca attenzione a lui e alla sua coda.
A un certo punto, in quel suo peregrinare, incontrò Lalore:
“Hai visto Andri?” gli chiese immediatamente questa.
Fumagalli urlò:
“Credevo fosse con te.”
“Lo era, fino a una mezz’oretta fa, quando stavamo parlando con due miei amici, ma poi è scomparso. Ah, prima che mi dimentichi: mi ha scritto Hilma. Lei e Furlan ti fanno entrambi gli auguri di buon 2020. Dicono che forse passano a trovarci in primavera.”
“Ottimo! Così finalmente li conosc…”
Fumagalli non fece in tempo a concludere la frase, che una donna si avvicinò a Lalore:
“Di là sono tutti impazziti quando ho detto che stai per pubblicare un libro di ricette legato alla trilogia del Barbaro. Vieni, vogliono saperne tutti di più!”
Lalore si voltò verso Fumagalli, come a scusarsi.
“Se lo trovo, gli dico che lo stai cercando,” le disse il pavone, lasciandola andare.
“Ma poi si è saputo più niente del misterioso omicidio al Palazzo Reale?” chiese la donna a Lalore mentre si stavano allontanando.
“No, tuttora irrisolto…” furono le ultime parole che Fumagalli poté udire.
Rimasto solo, decise di cercare comunque l’amico, ma in un posto meno affollato del grande salone della casa, per risparmiarsi la preoccupazione della coda.
Durante la sua passeggiata domestica, vide una porta socchiusa: la luce che era al suo interno lasciava intravedere una cucina che gli sembrò familiare.
Lì, c’erano piatti di plastica ammonticchiati ovunque, bicchieri, pur’essi di plastica, che fuoriuscivano da una busta gialla, pentole e mestoli nel lavandino e anche poggiati, sporchi, sui fornelli.
E pure Andreas, con il volto inzuccherato e appiccicaticcio, seduto stancamente su una sedia, davanti a un pandoro smangiucchiato.
“Che ci fai qui da solo?”
Andreas alzò le spalle e addentò il pandoro.
Fumagalli urlò:
“Non puoi mangiartelo tutto da solo!”
“Tanto. Tra qualche giorno andrebbe buttato, con queste feste che stanno finendo.”
“Ma manca poco alla mezzanotte, ci sarebbe stato modo di mangiarlo comunque.”
“Va bene: se non sono le feste a finire, allora è il blog della Robi a volgere al termine.”
Fumagalli si guardò intorno:
“Vero. Ed è una bella coincidenza ritrovarci qui, nella stessa cucina dove tutto è cominciato, due anni fa. Sembra che il tempo si sia fermato e non sia cambiato niente,” disse guardando le scarse condizioni in cui si trovava l’ambiente.
Andreas non disse nulla e Fumagalli gli si avvicinò, commentando:
“Questa cucina potrebbe essere un’opera immersiva di Andrej Pavlov, sul consumismo sfrenato delle feste.”
Andreas sorrise brevemente.
“È per questo che sei qui da solo?” riprese il pavone, “perché è la fine? Guarda che una volta scritti si vive per sempre.”
Andreas ci pensò, poi disse:
“Non hai tutti i torti: guarda che cosa è successo a Naoto Date: la sua storia si è conclusa decenni fa ed è tornato in vita in questo universo narrativo.”
“O anche Jess, che è tornata a sorpresa una seconda volta.”
Andreas, ancora, tornò pensoso:
“Sì, ma entrambi, come anche noi faremo presto, hanno raggiunto una fine, a un certo punto. Forse bisogna semplicemente accettare che ciò che ha un inizio non dura per sempre. Vale per noi, come pure per la Robi stessa nel suo mondo, reale o irreale che esso sia. Mi aspettavo però una visita di quella simpatica figura in nero, per dirci che eravamo con un piede nella fossa.”
“E come poteva farlo?” constatò Fumagalli, “per quanto possa provenire dall’oltretomba, è sempre parte di questo universo narrativo. E, non essendo stata un POV, non poteva avere coscienza della sua natura di personaggio e, perciò, della sua possibile morte narrativa, insieme alle nostre.”
“Hai ragione. Comunque ho accettato la fine. Dopo tutto, ho avuto due anni di tempo per farlo.”
“Due anni… Quante cose che sono successe…” rifletté Fumagalli passeggiando nella cucina.
“Cos’è, fai un bilancio non solo degli ultimi 365 giorni, ma anche della nostra esistenza?”
“Perché no? Penso che ci siamo evoluti in modo positivo, solo che… non so, interrompere ora… ci sono ancora delle questioni non completamente chiuse. Ok, il signor Cavalleri ha trovato l’amore, Phil anche, oltre che il riscatto sociale, il successo, e una fan stellare rarissima. Albano ha avuto la grazia, la bionda si è innamorata di un belga, Brian e Manuel vanno oltre le etichette relazionali di qualsiasi tipo, Nonna Coppola è una influencer, Odoacre ha le carte in regola per diventare il padrone dell’Europa e, poi chissà, del mondo intero, relegando Omeprazolo al ruolo di eroe tragico, ma… ad esempio, Billa e io?”
“Ecco, tu e Billa? Io non ho mica capito che cosa c’è tra di voi,” chiese Andreas poggiando la fetta di pandoro sul tavolo.
“Siamo in un detto e non detto, ma credo che sia perché la Robi non ha mai creato scene per noi nelle quali la nostra storia potesse esplicitamente evolvere.”
“Già…”
Andreas si alzò e andò verso il frigo, da dove prese una bottiglia di spumante.
“Ma che fai?” gli chiese Fumagalli mentre l’altro stava togliendo la stagnola dal tappo.
Andreas alzò le spalle.
“Non capisco,” riprese il pavone, “se hai accettato tutto, che cosa ti fa stare così?”
“Sono dispiaciuto di non essere riuscito a fare una cosa, prima di sparire.”
Fumagalli urlò.
“Mi dispiace,” gli disse infine.
Il trambusto fuori dalla cucina pervenne più distintamente e Fumagalli riprese:
“Ma scusa, non capisco: perché sei qui a pensarci e non vai invece di là, a stare con lei in questi minuti prima della mezzanotte?”
“Non so se potrei, sapendo che quella sarebbe l’ultima volta che la vedrei.”
“Sì, ma non vedendoti potrebbe pensare che… Ah, già, non penserebbe più nulla.”
“Esatto: non ci saremo nel 2020.”
Fumagalli divenne silenzioso, mentre Andreas si era attaccato alla bottiglia.
“Però… perché fai sì che i tuoi ultimi pensieri espressi ai lettori del blog siano malinconici? O, meglio ancora, perché fai in modo che i tuoi ultimi pensieri siano cattivi? Non credi sia meglio avere una fine più positiva?”
Andreas posò la bottiglia sul tavolo, pensoso.
“Dici? Non so… Mah, sarà l’alcool che mi sta entrando in circolo, ma la tua idea sembra quasi buona.”
“E allora che aspetti? Corri da lei, prima che arrivi la mezzanotte.”
Andreas si alzò e andò da Fumagalli:
“Ho come il sospetto di essere io il POV del finale di questa scena: appena varcherò la soglia della cucina, non ci vedremo più.”
Fumagalli annuì:
“È stato bello essere co-protagonisti.”
“È vero. Vuoi dire niente ai quattro lettori della Robi?”
“Credo di aver detto abbastanza in due anni.”
Andreas lo abbracciò a lungo. Poi si rialzò e inghiottì a fatica: qualcosa gli bloccava la gola. Sorrise:
“Ma ti pare che devo finire come Cenerentola…”
Guardò ancora una volta l’amico, restando immobile.
“Coraggio, vai,” disse Fumagalli, “sei l’eroe della storia!”
Andreas si voltò e lasciò la stanza.
Nella folla della sala piena di persone con gli smartphone in mano, o per controllare spasmodicamente l’ora, o per postare con l’hashtag addio2019, trovò Lalore a parlare con due donne che gli sembrava vagamente di ricordare. Le prese la mano e la tirò in disparte.
“Andri, ma che succede? Ti stavo cercando. Ma… stai bene? Hai una faccia…”
“Tutto a posto.”
“Sicuro? Facciamo così: ti dico una bella notizia.”
Andreas la guardò confuso e attese.
“Poche ore fa Odoacre, leader del Grossomodo a credito, è stato eletto all’unanimità Governatore dell’Europa.”
“Che?”
“Governatore. Ha appena dato un discorso di insediamento e anche un messaggio di fine anno.”
“Ma non esiste una carica simile!”
“L’hanno creata apposta per lui, riconoscendolo un gatto onesto, attento alla condizione-”
Andreas le mise un dito sulle labbra e lei lo guardò dubbiosa. Le sorrise fino a rasserenarle lo sguardo.
Fu a quel punto che si inginocchiò, lasciando che la mano che prima era poggiata sulle sue labbra, scendesse a prendere quella di lei:
“Il tempo incalza e ho una cosa urgente da chiederti. Lalore, vorresti sposarmi?”
Questa aprì la bocca, senza che però ne venisse fuori alcun suono.
“Lo so, non ho un anello, non ho un mazzo di fiori… non ho organizzato nulla. Però posso garantirti che… che mi impegnerò seriamente a farti felice.”
Lalore balbettò:
“An… Andri… non… non me lo aspettavo.”
Andreas guardò l’ora su un orologio a parete: mancavano pochissimi minuti alla mezzanotte.
“Allora?” le chiese.
Lalore poggiò la propria mano su quella di Andreas, facendo in modo da dargli una spinta verso l’altro. Quando si fu alzato, gli disse:
“Il tuo proposito di farmi felice non regge: lo fai già, ogni giorno. Però sì: voglio sposarti.”
Andreas la abbracciò forte, come se non ci fosse un domani.