Per il cenone… veni, veni, Manuel

The Gift – Prompt:

Un personaggio riceve un regalo poco comune.

Era la vigilia di Natale e la cucina era in subbuglio:
“Non sono sicura della salsa,” disse Lalore reggendo un cucchiaino, “vuoi assaggiare?”
Fumagalli si sporse dal divano e intinse il becco.
“No, mi sembra buona.”
Sentirono la porta di casa aprirsi in quel momento.
“Andri,” disse Lalore appena Andreas si fu palesato in cucina, “lo hai trovato?”
“Nulla.”
“Davvero?!”
“Sì, nulla. Te lo dicevo, no?”
“Hai provato-”
“In tutte e due le grandi librerie vicine al Duomo: nulla. Stai tranquilla, capirà.”
Lalore sospirò e riprese a trafficare in cucina, mentre Andreas apparecchiava la tavola con cura: di lì a poco si sarebbero riuniti nella cucina dell’appartamento tutti gli abitanti del pianerottolo.
Andreas considerava quella cena la vera festa di Natale con gli affetti più cari, e non quella del giorno dopo, a Pizzighettone con i Piacentini. Ed era così anche per gli altri invitati.
Manuel, ad esempio, il 25 non sarebbe stato di servizio, ma da solo a casa. Il signor Cavalleri non sarebbe stato solo, data la compagnia di Bruna e della sua piccola banda di animali, ma non con la sua famiglia naturale: una delle sue figlie sarebbe andata a festeggiare il Natale dai consuoceri, mentre l’altra aveva optato per un Natale alternativo a Miami, a1 far finta di avere un lusso non suo e che mai avrebbe avuto.
Alle 19:30 in punto il campanello di casa suonò:
“Almeno questa volta è perfettamente verosimile che qualcuno suoni direttamente al campanello,” disse Andreas mentre lasciava la cucina e una Lalore confusa.
Alla porta trovò Manuel, con un pacco cubico tra le braccia, e Brian, nelle vesti di Michael, il quale disse:
“Mi spiace per il poco preavviso che vi ho dato, ma sono arrivato solo oggi.”
“Ci fa sempre piacere vederti…” gli disse Andreas abbracciandolo fraternamente. Da oltre la spalla di Brian, incrociò gli occhi di Manuel e gli fece l’occhiolino. Aggiunse:
“…Michael.”
Li fece accomodare in salotto, dove Lalore arrivò con un vassoio sul quale si reggevano in equilibrio dei calici dal contenuto giallognolo e pieno di bollicine. Manuel posò il pacco sotto un alberello di Natale alto un metro, puntale compreso, facendolo quasi sparire.
“Ti tratterrai a lungo a Milano?” chiese Lalore a Brian quando i due ospiti si furono entrambi seduti ed ebbero in mano i calici di prosecco.
“No: domattina ho un treno per Torino.”
“Tu e Brian avete parenti lì?”
“No. Vado da una donna che ho conosciuto durante questa mia avventura.”
“Oh!” esclamò Lalore con un sorriso, “e, scusa la domanda, ma non potevi andare da lei già stasera?”
“A parte che appena ho saputo di questa cena ho voluto a tutti i costi esserci, perché vi sento molto vicini, ma poi non credo che sarebbe stato possibile andare da lei prima del tempo concordato.”
“E come va la tua indagine?” domandò Fumagalli muovendo dei lenti passi nel salotto.
“Praticamente finita,” rispose Brian mentre guardava il bicchiere. Manuel quasi vuotò il suo in un sorso.
“Quindi presto tornerai a New York,” constatò Lalore.
“Tornerò da dove sono venuto,” rispose Brian, “ma credo di poter dire di lasciare un pezzo del mio cuore qui in Italia.”
Dopo queste parole si voltò verso un Manuel che pareva ghiacciatosi, nonostante la mite temperatura nel salotto.
Lalore annuì pensosa, poi rispose:
“Ma puoi sempre tornare qui, almeno in visita.”
Brian deglutì un sorso di prosecco:
“Non sempre è possibile e, anche se lo fosse, non è mai la stessa cosa: non si torna mai in un posto come ci si è arrivati.”
“Che belle parole,” disse Lalore.
“Non so se siano belle, ma è la mia esperienza.”
“E Brian, come sta?” chiese ancora Lalore mentre riempiva i bicchieri dei due ospiti.
“Sta bene, posso garantirlo,” rispose Brian mentre Manuel sembrava essersi ripreso e lo guardava divertito.
“Salutacelo, quando lo vedi.”
“Se capiterà, senz’altro.”
“Non… Non vi vedrete in queste feste?” domandò Lalore con l’aria di chi aveva sentito una cosa scandalosa.
“Non credo proprio, ma va bene così: il nostro è un legame che va oltre certe convenzioni.”
Ci fu un momento di silenzio e Manuel, voltandosi verso Brian, che gli sedeva accanto, disse:
“Ma metti caso che stasera facciamo tardi e domani tu perdessi il treno, che cosa succederebbe? Non cascherebbe mica il mondo. O no?”
Brian lo guardò con due occhi enormi e arrossì.
“Credo che il biglietto venga perso del tutto. Ma non ne sono sicura,” rispose Lalore.
Dopo qualche minuto arrivarono anche il signor Cavalleri, Bruna e i loro tre animali di casa, con pacchetti incartati nei fogli delle offerte dei supermercati e delle grandi catene di negozi di elettronica. Dopo i saluti e il prosecco di benvenuto, andarono tutti in cucina, a gustare le prelibatezze preparate da Lalore.
Poi, a pance piene e soddisfatte, arrivò il momento che diversifica un abbondante pasto di Natale da un generico pasto luculliano: lo scambio dei regali. Si spostarono perciò tutti in salotto, dove Dino contribuì all’atmosfera con una commedia natalizia non troppo sdolcinata (cosa difficile da trovare in quel periodo abbastanza zuccheroso e buonista).
I primi ad iniziare furono il signor Cavalleri e Bruna: porsero ai padroni di casa un pacchetto, e a Fumagalli un pacchetto più piccolo. Il primo regalo si rivelò essere una scatola di finissima porcellana, atta a contenere biscotti, mentre il secondo era una ciotola, dello stesso materiale e stile della scatola.
“E poi, vorremmo chiedervi un regalo,” disse Bruna, “di farci l’onore di essere i nostri testimoni di nozze.”
“Noi?” chiese Lalore, meravigliata.
“A dirla tutta, l’avremmo volentieri chiesto a Billa, Phil e Ilgeco ma, oltre a non essere maggiorenni, non godono dei diritti civili,” ammise la donna.
“Un giorno ci batteremo anche per quelli,” disse Billa guardando complice Bruna.
“Allora?” chiese il signor Cavalleri all’altra coppia umana.
“L’onore è nostro,” rispose Lalore.
Fu il momento di reciprocare: Andreas e Lalore consegnarono alla coppia di fidanzati un biglietto per due per una giornata alle terme, con massaggi inclusi, mentre Fumagalli portò loro un ritratto di famiglia fatto al carboncino, con una quasi esagerata dovizia di dettagli: le rughe della coppia, la struttura delle penne di Billa, le venature della scatola di Phil, la texture pelle de Ilgeco.
“Bellissimo,” commentò Bruna, “dovremmo usarlo sugli inviti. Penso verrebbe bene anche sulla carta riciclata non sbiancata.”
“Io invece vi ho preparato questi,” disse Ilgeco, che stazionava sullo scatolone di Phil. A porgere il regalo fu però il signor Cavalleri che, dalla tasca posteriore dei pantaloni, prese una bustina di carta.
“Sono dei braccialetti al macramè che ho confezionato per voi. Quello più piccolo è per Fumagalli.”
“Sono bellissimi,” disse Lalore mentre osservava la finezza della lavorazione.
“Ed ecco il nostro per te. Scusa Phil,” disse Andreas poggiando su Phil un lettino di bambola con una copertina di lana blu.
“Le doghe sono in legno, e il materasso è memory con 50 molle insacchettate, per un corretto sostegno del peso,” illustrò Fumagalli.
“E visto che siamo in argomento,” disse Lalore, “questo è per te.”
Porse un pacchetto a Billa che, in pochi secondi, aprì aiutandosi con becco e zampe: conteneva una cuccia in stoffa, come se ne vendono per cani e gatti.
“Puoi usarla per dormire o deporci le uova,” spiegò Lalore.
“Questo, invece, è il mio per te,” disse Fumagalli, e spinse con le zampe un foglio di carta A4. Billa lo rivoltò con il becco: era un poster di Galline in fuga, ma la protagonista era Billa.
“L’ho disegnato con la tavoletta grafica, basandomi su un’idea che mi ha fornito Dino.”
Il decoder lampeggiò simpaticamente.
“E non ci siamo chiaramente dimenticati di te, Phil,” disse Andreas, e poggiò su di lui, accanto a Ilgeco, un pacchetto.
“Che cos’è?” chiese lo squonk, impossibilitato a vedere quanto gli era stato regalato.
“Sono dei vecchi LP jazz che abbiamo trovato in un negozioetto.”
“Grazie,” rispose Phil, poi aggiunse, “Billa, pronta per il nostro?”
Billa rispose di sì e chiese a Bruna di prendere un pacchetto sotto l’albero. Con cautela, questa lo porse alla coppia di casa.
“L’haiku,” spiegò Billa, “è una creazione di Phil.”
Lalore lo lesse a tutti:
“È sorpresa a Pasqua, ma è sorpresa anche a Natale. Regalo.”
Fumagalli urlò, esprimendo così la sua emozione per quei versi. Andreas aprì infine il pacchetto.
“Billa…” disse Lalore sorridendo.
“Oh Billa, sono senza parole,” disse Andreas quasi con le lacrime agli occhi.
“Che cos’è?” chiese Fumagalli, che non riusciva a vedere il contenuto del pacchetto.
“Sono tre uova,” spiegò Andreas con la voce rotta.
“Sono tre uova vegane,” sottolineò Billa, “perché le ho fatte io e ho volontariamente deciso di darvele. Grazie comunque al supporto di Phil che, per un paio di giorni, si è sacrificato per voi e ha mangiato banane e fiocchi d’avena. Quello per te, Fumagalli, è da usare per una speciale ricetta che ha recuperato Phil: la tempera all’uovo.”
Fumagalli urlò e ringraziò.
“Due uova,” disse ancora Andreas, “tagliatelle. Si potrebbero fare delle tagliatelle all’uovo. Oh, no, meglio: una frittata… Scusate, ma è che… è una cosa bellissima. Grazie Billa.”
Nel silenzio che seguì, si inserì Manuel, e porse il pacco cubico che aveva portato a inizio serata.
Fu Lalore a esclamare di stupore e gioia quando vide il robot da cucina multifunzione che era stato loro regalato.
“Manuel, è… Ti sarà costato un occhio: so che la versione base di questo apparecchio è già sopra il migliaio di euro!”
“Ah, che cosa sono i soldi in questo mondo?” rispose Manuel con noncuranza.
Fumagalli urlò, mentre Brian arrossì fino alla punta delle orecchie.
Fu Andreas a sciogliere l’imbarazzo:
“Sempre un po’ restando in argomento, ecco il tuo,” e consegnò a Manuel ciò che si rivelò essere una friggitrice ad aria calda.
“Così puoi avere del cibo fritto un po’ più sano di quello tradizionale,” spiegò Fumagalli.
“Io invece non ho preparato nulla per nessuno, e me ne dispiace,” disse Brian.
Tutti gli dissero che andava bene così, e che bastava la sua presenza.
“In effetti,” disse Lalore, “siamo noi a essere dispiaciuti per non avere nulla da darti. Andri e io abbiamo provato a comprare un regalo che sappiamo avresti potuto gradire, ma non siamo riusciti a trovarlo da nessuna parte.”
“Siete sempre gentilissimi, mi basta il pensiero,” disse Brian.
“Ma non basta,” riprese Lalore, “ci tenevo affinché avessi un libro di Salinks, visto che ricordo essere il tuo autore preferito. Andreas è stato oggi pomeriggio in due librerie, ma nulla.”
“Ah,” disse Brian, “ti sei perfino scomodato per cercare le opere di Salinks?”
Andreas alzò le spalle, con fare rassegnato.
“Ti capisco: che cosa non si fa per la donna che si ama, specialmente se la donna in questione è Lalore,” rispose Brian con tenerezza.
“Salinks… Salinks…,” cominciò a dire Manuel, “ma non è-”
“Uno scrittore,” lo fermò Brian.
Manuel lo guardò e gli sorrise, con aria di intesa. Disse:
“Mai letto nulla di lui, ma credo sia bravo con la caratterizzazione dei personaggi.”
Fumagalli urlò, mentre Andreas non fiatò: stava pensando alle due uova.

  1. Citazione del commento espresso da Billa quando aveva saputo della cosa.