I primi regali di dicembre

Antiquing – Prompt:

Stai visitando un negozio di antiquariato, dove ci sono vari oggetti (libri vecchi, candelabri, porcellane…). Prendi tre oggetti ma, quando torni a casa, ti accorgi che uno di questi ha qualcosa di strano.

Come oramai divenuto consuetudine, specialmente a Milano, il black Friday e il fine settimana a esso attaccato sancivano l’inizio della stagione degli acquisti selvaggi, di regali natalizi o semplicemente fini a se stessi.
Lalore si era data da fare: aveva preso pensierini per le sue colleghe, piccoli oggetti da tenere ‘in caso’, e stava perfino pensando di allargare il giro:
“Andri, secondo te che cosa possiamo regalare a Manuel? E al signor Cavalleri? In quel caso, però, dovremmo pensare a un regalino anche per Billa…”
Andreas, meno preso dalla foga, si era in quei giorni limitato a girovagare sui siti di e-commerce fino a che, la sera del 30 novembre, realizzò che Natale sarebbe arrivato in poco più di una ventina di giorni: non era più questione di capire se e che cosa regalare al signor Cavalleri o a Manuel, ma che cosa regalare a Lalore.
“Forse potresti prenderle qualcosa per la cucina. Penso che apprezzerebbe,” disse Fumagalli a bassa voce, pur non essendocene effettivamente bisogno, visto che loro due erano in salotto, mentre Lalore stava parlando al telefono con la madre, in cucina.
“Sì, sarebbe l’ideale, ma non so che cosa potrebbe servirle: ci capisco così poco. Magari un ricettario?”
Fumagalli approvò e Andreas andò su un sito di acquisti online di libri.
“No,” disse, frettolosamente, “andiamo su un altro…”
Poi ripeté di nuovo la frase.
“Che hai?” gli chiese Fumagalli.
“Ovunque, lo stesso messaggio,” e così dicendo abbassò il portatile in modo che l’amico potesse vedere il monitor.
C’era un banner enorme, con una candela rossa e delle pigne leggermente imbiancate di neve, con una scritta che recitava:
Con la stagione fredda, un caldo best-seller: Il richiamo del barbaro, disponibile anche in ebook e audiolibro
“Mi fa piacere che la carriera di Camilla stia andando bene,” commentò Fumagalli, poi aggiunse, “ma secondo te, la scelta dell’immagine della candela circondata da pigne, è una scelta fatta consciamente dai pubblicitari, in modo da far leva sul messaggio femminista del libro?”
“Eh?”
“Dico: la candela è un simbolo fallico, e si sta consumando. E alla sua base, ci sono quelle pigne-”
“Pign… pigne… Ma no, ma quale messaggio subliminale per condizionare l’acquisto! È semplicemente un simbolo del Natale! Comunque, sai che ti dico? Che a Lalore regalo un laboratorio pratico di cucina gourmet.”
Poi, in fretta, Andreas chiuse la scheda del browser, giusto in tempo per l’arrivo di Lalore in salotto.
Purtroppo per Andreas, però, la signora Piacentini non aveva finito di mettere il suo zampino in quella serata. Appena seduta sul divano, accanto a lui, disse:
“Senti Andri, ho visto in un negozietto una stampa che a mia madre piacerebbe molto, e vorrei comprargliela per Natale. Ti va se domani pomeriggio ci andiamo insieme?”
Andreas sbuffò impercettibilmente, poi guardò Lalore e si chiese come avevano fatto i Piacentini a mettere al mondo una donna come lei.
“Certo,” disse, e la abbracciò.
Così, il giorno seguente, i due andarono al negozietto, mentre Fumagalli, che aveva deciso di lasciare un po’ di intimità alla coppia, restò a casa.
Il negozio vendeva ogni sorta di cianfrusaglie, e odorava di carta vecchia e polvere.
“Buongiorno,” salutò Lalore, ma la commessa non alzò gli occhi dal telefono, immersa nell’audio delle proprie cuffie.
Andreas fece segno a Lalore di lasciarla perdere, e vagarono nel negozio fino a che trovarono la stampa che aveva individuato Lalore: era un foglio ingiallito, con soggetto una donna perfettamente vestita in stile romantico, ma che aveva in sè qualcosa di lascivo.
“Bello,” commentò genericamente Andreas, come sempre non grande esperto di arte, “ma pensi che tua madre lo appenderà in casa?”
“Certo che no,” rispose Lalore quasi ridendo, “ma ieri mi ha detto che ha preso in affitto uno studio e che lo sta arredando, e penso che lì qualcosa così possa trovare posto. Almeno, a me ricorda un po’ Aryalys.”
“Tu hai… hai letto quel libro?”
“Ho avuto modo di leggerne degli stralci durante l’estate, visto mia madre era molto impegnata con la promozione.”
Si avviarono alla cassa con la stampa. La cassiera, finalmente, alzò lo sguardo, ma li guardò annoiata e disse solo:
“Volete partecipare alla nostra pesca di beneficenza?”
Lalore chiese informazioni.
“Tre euro. Si vince sempre qualcosa. È per una buona causa,” spiegò la donna mostrandole un foglietto che doveva essere venuto fuori da una vecchia e stanca stampante a getto di inchiostro. Andreas non si degnò di guardare la motivazione della raccolta fondi e, conoscendo Lalore, mise semplicemente mano al portafogli.
“Va bene: prendiamo… due biglietti,” disse infatti Lalore.
“Tre, così facciamo un premio a testa, compreso Fumagalli.”
Lalore scambiò uno sguardo di intesa con Andreas, poi gli diede una leggera pacca sul sedere.
La commessa fece quindi loro pescare tre biglietti da una grossa damigiana dalla bocca larga, poi prese i pezzetti di carta che erano stati estratti, e andò in uno stanzino. Ne uscì fuori con tre oggetti, ognuno incartato in fogli di quotidiano, e li consegnò ai due.
A casa, Fumagalli urlò: per la stampa, per l’atto di beneficenza, e per aver pensato anche a lui.
“Grazie,” disse a Lalore quando si fu calmato.
“Guarda che è stata un’idea di Andreas, quella di prendere un biglietto anche per te.”
Fumagalli urlò, di nuovo.
Poi i tre ricostruirono le associazioni premi-biglietti e si apprestarono a scartare.
Andreas, con il pachetto più piccolo di tutti, fu il più rapido: al suo interno c’erano due cerchi rossi di gomma rigida, grandi come una moneta da due euro, con il centro in metallo, e una specie di pendaglio che si diramava in tanti fili verdi.
“Non credo di poter indossare ciondoli,” e diede i due oggetti a Lalore, che li mise da parte e passò al proprio pacchetto, anche se ne aveva intuito il contenuto: era un set di 45 giri raccolti in un bislacco sistema di fogli di quaderno, tenuti insieme da strisce di nastro adesivo ingiallito e punti di pinzatrice arrugginiti. I dischi non recavano nessuna indicazione sul proprio contenuto, ma erano solo numerati: 1A-1B, 2A/2B e così via, fino al numero 6.
“Ma…” disse Fumagalli, “che musica ci sarà incisa?”
Lalore scosse la testa:
“Chissà. Ad ogni modo, potrei riutilizzarli e farne semplicemente dei paralumi: ho visto dei tutorial-”
“Aspetta!” la interruppe Andreas, “mi è venuta un’idea: venite!”
Lalore e Fumagalli capirono subito dove stavano seguendo Andreas: dal signor Cavalleri.
Andreas spiegò subito quanto successo e il signor Cavalleri, contento, disse che poteva aiutarli, perché aveva un giradischi nel ripostiglio. Andreas lo aiutò a prenderlo e ne fu stupito, perché non era a manovella, ma elettrico.
Spontaneamente, Andreas virò verso il soggiorno, ma il signor Cavalleri lo fermò:
“Di là c’è Phil, l’amico di Billa, che sta facendo gli esercizi di terapia. È una cosa un po’ delicata e-”
“Ci mancherebbe, nessun problema.”
Così andarono in cucina e attaccarono l’apparecchio a una presa di corrente, poi il signor Cavalleri, l’unico a sapere come farlo funzionare, prese il primo dei dischi di Lalore, lo mise sul piatto e posizionò la puntina appena quello si mise a girare.
Ci fu un rumore gracchiante, poi un vociare confuso, infine il suono divenne limpido:
“… ole primaverile, lampi dorati, la notte marina…” diceva una voce maschile, con una pronuncia impeccabile e dal tono sofisticato.
“Sembra essere una poesia,” constatò Fumagalli, “molto fine, tra l’altro.”
Poi i versi terminarono e partì un brano strumentale swing. Ascoltarono, poi la voce dell’uomo enunciò altri versi.
Il signor Cavalleri sorrise, poi staccò la testina dal disco e interruppe la riproduzione. Quindi, delicatamente, con le sue dita storte dal tempo, porse il 45 giri a Lalore, la quale però disse:
“Noi a casa non abbiamo il giradischi: tenga tutto lei.”
Il signor Cavalleri ringraziò e le chiese in rimando:
“E che cos’altro avete vinto?”
“Due ciondoli e… Non sappiamo ancora che cosa ha vinto Fumagalli. Vado a prendere l’ultimo pacchetto, così lo sapremo tutti in diretta.”
Tornò rapidamente e aiutò Fumagalli a stracciare la carta: era un piccolo pannello pubblicitario di metallo, di una fantomatica Gazzosa Leprotti, in stile anni ’30.
“E questi,” disse Lalore al signor Cavalleri, “sono i ciondoli di cui le accennavo prima.”
“Ma…” disse questi prendendoli in mano, “queste sono gomme da cancellare per le vecchie macchine da scrivere. In genere erano blu, e non rosse, ma sono loro. Vi faccio vedere: forse di là ho ancora la mia vecchia macchina da scrivere…”
Fu così quel giorno divenne per il signor Cavalleri un piccolo Natale, visto che aveva ricevuto non uno, ma ben due regali.