Una tazza in più

Anthropomorphize That – Prompt:

Scrivi una scena che includa dell’antropomorfismo1.

La bella stagione era ufficialmente finita e l’autunno si era presentato a Milano con un paio di settimane di anticipo, facendo cadere le temperature e delle pioggerelle bizzose.
Con un tempo del genere, Lalore, Andreas e Fumagalli si godevano le serate in salotto più del solito, sorseggiando spesso delle camomille fumanti. I primi due in tazza, e l’ultimo da una scodellina.
Anche Dino partecipava alle serate. Oramai era diventato ufficialmente colui che sceglieva che cosa guardare in quei momenti famigliari, evitando ad Andreas di fare zapping. Quella sera settembrina aveva optato per una commediola romantica, dal finale prevedibile, da guardare con gli occhi sonnacchiosi e distratti.
Mentre la cinematografica coppia protagonista era in crisi per un malinteso piuttosto banale, qualcuno suonò il campanello, facendo sobbalzare tutti.
“Aspettiamo qualcuno?” chiese Fumagalli.
“No, sarà la solita storia. Anzi, una nuova storia,” disse Andreas laconicamente mentre poggiava la tazza sul tavolino.
Quando aprì la porta rimase lì sulla soglia senza dir nulla, a guardare l’uomo che aveva davanti.
“Andreas…”
Andreas lo guardò: la voce gli era familiare, anche se il modo in cui aveva pronunciato il suo nome era bizzarro, come pure il volto.
“Brian…?” disse infine, incerto.
“In realtà ora sono Michael Mariscalco.”
“Come scusa? Mariscalco2?”
Brian gli mostrò un documento.
“Ah, Mariscalco. Nato a…” lo guardò con stupore, “Sei americano?”
“Sì, ma questo è un dettaglio: non vedi?”
Andreas si sporse a vedere se ci fosse qualcun altro.
“Sono tornato a essere un uomo!” esclamò Brian allargando le braccia.
“Cavolo, è vero!”
Brian si avventò su Andreas e lo abbracciò. Si staccò solo quando qualcuno urlò: Fumagalli e Lalore erano arrivati nel piccolo ingresso, evidentemente incuriositi dal vociare e dal ritardo di Andreas.
“Ragazzi, guardate chi è tornato! Br-” cominciò questi, ma venne interrotto:
“Sono Michael, fratello di Brian.”
“Oh,” disse Lalore, “notavo infatti una vaga somiglianza con lui.”
Fumagalli, invece, non disse nulla e si avvicinò a Brian, poi calò la testa per farsi accarezzare.
Andarono tutti in salotto, dove però Lalore rimase in piedi:
“Ti va un caffè?”
“Dipende. Ne hai di solubile?”
“Certo che no! Ho una deliziosa miscela per la moka.”
“Non sono abituato al caffè che si usa qui in Italia. Vi faccio perciò compagnia con una camomilla, grazie.”
Lalore lo guardò a lungo, in silenzio, poi andò in cucina.
Fu così che i tre maschi rimasero soli.
“Sono contento che tu sia tornato, e tornato uomo,” cominciò Andreas, “cioè, eri una bella donna, quando eri Brianna, però mi sento molto più a mio agio ad averti come amico. Amico uomo, intendo.”
“È chiaro che se dici amico, è amico uomo, altrimenti avresti detto amica,” precisò Fumagalli.
Brian sorrise:
“Non sapete quanto mi faccia piacere essere di nuovo tra voi, amici. E comunque, anche io sono contento di essere tornato in un corpo maschile. Non che essere donna sia poi stato male,” disse toccandosi il petto da sopra la camicia.
“Brian,” cominciò Fumagalli, “parli in modo molto strano.”
“Può essere: penso di avere acquisito una certa sensibilità, dopo essere stato Brianna.”
“L’accento, intendevo.”
“Giusto. Sono discendente di italo-americani quindi, anche se conosco l’italiano, ho un leggero accento.”
“Wow,” disse Fumagalli, “sei bilingue!”
“Sì, ma non è sempre facile: a volte gli italiani che incontro hanno una cadenza dialettale troppo forte e mi riesce difficile capirli.”
“E questa volta, Salinks dove…”
Andreas non continuò: Lalore era arrivata con una tazza di camomilla.
“Vi ho interrotto, scusate,” disse poggiandola sul tavolino, davanti al divano su cui Andreas e Brian erano seduti, “dicevate?”
“Stavo… stavo chiedendo a Bri… a Michael di che cosa si occupa, in questo periodo.”
“Lavoro in un’agenzia investigativa a New York e sono sul caso di una cittadina americana scomparsa qui in Italia durante una vacanza.”
“Mi ricorda un po’ Il talento di Mr. Ripley.”
“Sei sempre una donna di buone letture,” rispose Brian al commento di Lalore.
Questa lo guardò accigliata, come se uno sconosciuto le si fosse avvicinato troppo.
“Voglio dire,” si corresse Brian, “sembri una donna di buone letture. E comunque la Highsmith è anni luce sopra Salinks.”
Fumagalli urlò.
“Salinks…” mormorò Lalore.
I tre maschi si guardarono per qualche istante, ognuno chiedendo in silenzio agli altri due di dire qualcosa.
“Non mi è nuovo questo nome,” disse Lalore con la tazza di camomilla a qualche millimetro dalla labbra.
“Infatti,” disse Fumagalli, “è un autore. L’autore preferito da Michael.”
“Ma sì, ora ricordo!” esclamò Lalore poggiando la propria tazza sul tavolino, “è un criminale che aveva fatto del male a un certo conoscente di Brian. Credo si chiamasse Peter. Ti dice forse qualcosa?”
“È una conoscenza in comune, Peter,” rispose Brian.
“Scusa, quindi il tuo autore preferito è un criminale che ha fatto del male a un tuo amico?” chiese Lalore.
“Diciamo che seguo le sue opere sperando che migliori.”
“Dovrei provare a leggerne qualcosa,” concluse Lalore riprendendo la tazza.
“Non ne vale la pena, credimi.”
“A proposito di Brian,” riprese Lalore dopo un sorso di camomilla, “a parte che mi pare di capire che sia americano, ma è da quasi un anno che è scomparso. Sta bene?”
“Vivo e vegeto, grazie.”
“Ma allora perché non si fa più sentire?”
Brian prese la tazza di camomilla e bevve.
“Come è calda,” disse, senza aggiungere altro. Ma Lalore continuò a fissarlo.
“Probabilmente non lo sai,” gli disse, “ma ha spezzato il cuore a una mia amica.”
Brian guardò il liquido all’interno della propria tazza per qualche secondo:
“So bene quanto tu sia altruista e generosa. Voglio dire, mi sembri una donna altruista e generosa, perciò posso capire che tu voglia difendere la tua amica. Ma ti garantisco che ciò che è successo non è dipeso da me: né la relazione che c’è stata, né l’improvvisa dipartita di Filippo. Di Brian, volevo dire.”
“Perché avrebbe dovuto dipendere da te?” domandò Lalore.
Fumagalli urlò.
“Ho detto così?” disse Brian rosso fino alla punta delle orecchie, “avrò usato male un false friend. Sapete, la lingua, la stanchezza, il jet-leg… forse mi serve davvero un caffè,” disse posando la tazza sul tavolino.
“Te lo preparo subito, ma bevi anche la camomilla: è importante restare idratati, in questi casi.”
“Sei davvero appena arrivato dagli USA?” chiese Fumagalli appena Lalore fu uscita.
“No, non sapevo che cosa dire. È già da qualche settimana che sono in Italia, per la maggior parte del tempo a Torino. Ma oggi sono dovuto venire a Milano per parlare con una inglese, amica della donna scomparsa. Ora sono in narrazione, ma domani mattina mi toccherà andare a Roma.”
“Una donna inglese…” ripeté Andreas, “e… come è andata?”
“So già come andrà a finire, ma per ora non è successo nulla. E, ammetto, sono un po’ nervoso perché è da tanto che… insomma…”
Non continuò: Lalore gli si era avvicinata porgendogli una tazzina di caffè che lui vuotò in un solo sorso.
“Grazie mille. Però ora sarà meglio che vada.”
Lo accompagnarono alla porta:
“A presto, amici,” e li abbracciò uno a uno.
Mosse un passo oltre la soglia e si fermò, come se avesse visto un fantasma.
Fumagalli urlò: Manuel stava rientrando proprio in quel momento, con una busta che spandeva nell’aria odore di fritto misto a quello della plastica compostabile.
Questi diede un discreto cenno di saluto al gruppetto che aveva di fronte, poi guardò meglio Brian.
“Ci conosciamo?”
Brian non rispose e l’altro, con le chiavi di casa in mano, gli si avvicinò:
“Assomigli a qualcuno.”
Ancora una volta, Brian mantenne il silenzio, ma mosse un passo nella sua direzione.
Manuel lo imitò, avvicinandosi così alla minima distanza possibile tra due sconosciuti, cioè alla lunghezza per una stretta di mano, ma non fece nulla e, invece, inclinò la testa per cercare indizi da parte degli altri tre, che erano rimasti alla porta.
Fu Lalore a parlare:
“Ti ricorda qualcuno perché è il fratello di Brian.”
Manuel sorrise e porse la mano per presentarsi.
Brian la prese e, stringendola, azzerò la distanza tra lui e l’altro. Lo abbracciò.
A lungo.
Dalla soglia, Andreas e Fumagalli poterono notare l’espressione stranita di Manuel sbucare al di sopra della spalla di Brian. Poi l’espressione stranita passò sulle loro facce: Manuel aveva chiuso gli occhi, come se si stesse godendo l’abbraccio.
Anche in questo caso, fu l’urlo di Fumagalli a interrompere il contatto.
Non parlò nessuno, e i due uomini rimasero l’uno di fronte all’altro. Andreas e Fumagalli vedevano solo gli occhi di Manuel, stranamente più intensi del solito.
“Entriamo?” disse Lalore.
Andreas e Fumagalli non seppero come opporsi a quella legittima richiesta, e lasciarono che lei chiudesse la porta.

  1. Antropomorfismo? Davvero? Che novità…
  2. məris’kalkɔʊ