La sera degli AAA… nioni Idrossido

Firecracker Justification – Prompt:
Usa in una storia le seguenti parole: petardo, triste, antiacido, 72, aula di tribunale.

In uno di quei pomeriggi inoltrati dopo del lavoro, Andreas pensò di essere vittima di un miraggio: a 30°C, vide un uomo con un cappello e un impermeabile. Si strofinò gli occhi, pensando che fosse un gioco di luce per via dalla sua uscita dal sotterraneo della metro rossa, ma l’uomo era ancora lì. Se proprio avesse dovuto imputare una colpa al caldo, poteva solo dire che la temperatura gli aveva impedito di riconoscere immediatamente l’uomo.
Albano, non ci vediamo da mesi. Come stai?” gli chiese Andreas immaginandone la risposta.
“Male. Fa caldissimo,” disse passandosi un fazzoletto di carta sul viso, per tamponare il sudore. O meglio, asciugarlo, perché gli aveva completamente bagnato la faccia, ricoprendola di goccioloni che gli cadevano dalla punta del naso e del mento.
“Ma scusa, non puoi toglierti l’impermeabile? Non penso che-”
“Per carità,” rispose l’altro guardandosi intorno, “se lo scoprisse, sarebbe un disastro. proprio ora che mi manca solo più un anno per scontare la condanna.”
“Ma almeno il cappello…”
Albano fu irremovibile. Poi appallottolò il fazzoletto fradicio e prese ad asciugarsi il volto con un altro.
“Devo andare,” disse ad Andreas.
Si salutarono, poi Andreas lo fermò:
“Mi stavo dimenticando: devo parlarti di una cosa che potrebbe farti piacere.”
“Non ho tempo, devo andare a fare un paio di sondaggi in zona Martesana.”
“Faccio un pezzetto di strada con te, così ti dico.”
Albano quasi pianse quando Andreas gli parlò dell’AAA, e lo fece liberamente: un po’ perché il sapere che qualcuno avrebbe potuto alleviare un po’ le sue sofferenze gli faceva piacere, e perché tanto, ormai, la sua faccia era un disastro di lacrime e sudore, e aveva una scorta importante di fazzoletti per asciugarsi.
“Quando andiamo?”
Andreas prese dal portafogli un foglietto di carta, dove era scritto che gli incontri della AAA erano ogni secondo martedì del mese, di sera. Controllarono sul calendario: il primo disponibile sarebbe stato dopo meno di una manciata di giorni.
Quel martedì venne pure Fumagalli.
“Ma a te Odoacre non ha fatto nulla!” aveva esclamato Andreas quando l’amico gli aveva manifestato la propria volontà.
“Lo so, ma è per solidarietà. Molte persone intorno a me ne sono state vittime.”
Lì all’ingresso non c’erano campanelli o insegne.
Albano e Andreas si guardarono indecisi, fino a che Fumagalli suggerì di bussare, proprio alla vecchia maniera.
Funzionò, perché la porta ricavata nella lamiera della serranda di ciò che pareva un garage si schiuse, e una voce chiese in che cosa potesse essere loro utile.
Di nuovo, Albano e Andreas non seppero che cosa fare e, ancora fu Fumagalli a tirarli fuori dall’impaccio:
“Abbiamo bisogno di antiacidi.”
La porta si aprì.
Andreas se lo era immaginato come un box auto ma, invece, era effettivamente un ampio locale, con il pavimento in cemento.
C’erano molte sedie, facendo un rapido conto dovevano essere 72, rivolte tutte davanti a un leggio, con tanto di microfono. Gli uomini erano un po’ seduti e un po’ in piedi, a parlottare.
“Ma tu sei…?” disse una voce dietro di loro.
“Idrossido di alluminio 5!” lo riconobbe subito Andreas. Chiaramente, c’era anche l’aria condizionata nel locale.
“Permettimi di presentarti i miei amici-” cominciò Andreas, ma Idrossido di alluminio 5 lo bloccò subito.
“Niente nomi reali qui. Anzi, venite che vi registro.”
Li condusse in una stanzetta, che sembrava un piccolo ufficio. Li fece avvicinare a una scrivania, piena di fogli, e porse loro un libello:
“Qui, la lista dei nomi disponibili. Siete fortunati perché da poco, a causa delle richieste di nomi sempre crescenti, non abbiamo più disponibili solo nomi di antiacidi, ma anche di inibitori di pompa protonica. Prego.”
Albano, titubante per la novità non solo di principi attivi, ma di tutta la situazione, prese un nome dalla prima pagina, diventando l’antiacido Idrossido di Magnesio 23, mentre Andreas scelse di chiamarsi Lansoprazolo 3.
“Tu, invece?” chiese Idrossido di alluminio 5 a Fumagalli.
“Io non sono vittima di Odo-”
Idrossido di alluminio 5 lo fermò:
“Qui il suo nome non va detto. Se quindi siamo a posto, andiamo di là: tra poco si comincia.”
Presero posto nella sala e la riunione iniziò. Proprio Idrossido di alluminio 5 si recò al leggio:
“Buonasera a tutti. Prima di cominciare il nostro incontro, vorrei dare il benvenuto a due nuovi membri dell’AAA. Vi prego di presentarvi e di condividere con noi la vostra storia.”
Il primo fu Andreas:
“Sono Lazzaroprazolo… Lan…soprazolo 3. Non ricordo assolutamente nulla di come sono arrivato a cadere nelle grinfie di quel gatto, ma il mio amico Fumagalli qui presente, che ha avuto la fortuna di non essere una vittima, mi ha detto che mi sono ubriacato e ho perso a scopa. Ora mi ritrovo con un tatuaggio sul fianco con il suo nome in codice, che è quello della ditta che ora dirige.”
“Una storia molto triste,” disse Idrossido di alluminio 5 dal leggio, “e tu?”
“Io sono Idrossido di magnesio 23. Mi è bastato perdere a forbici-carta-sasso, per aver perso anche la famiglia e la dignità. Attualmente lavoro per lui nell’ambito delle indagini di mercato e la soddisfazione dei clienti.”
“E, permettimi la domanda,” si sollevò una voce nel pubblico, “ti fa vestire in un qualche modo particolare?”
Albano calò la testa:
“Da… Da… Non riesco a dirlo, scusate.”
Il proprietario della voce si alzò in piedi: portava due baffetti sottili, molto latini.
“A me fa vestire da Zorro,” disse.
Ad Albano vennero le lacrime agli occhi e poco ci mancò che andasse ad abbracciare il suo compagno di sventura.
Terminata l’introduzione dei nuovi membri, la riunione iniziò e Idrossido di alluminio 5 parlò per una buona mezz’ora, come un vero motivatore, cercando di far capire agli altri che, anche nelle avversità, c’era un modo di andare aventi, mantenendo i propri valori.
“Bene,” disse infine, “se non c’è altro da aggiungere, possiamo passare al piccolo rinfresco.”
“Io avrei qualcosa da dire,” disse di nuovo la voce dell’uomo con i baffetti. Idrossido di alluminio 5 gli cedette il posto al leggio.
“Per chi non mi conosce sono Omeprazolo e-”
“Omeprazolo come? Senza numero?” chiese qualcuno.
“Sì,” disse Omeprazolo, “sono il primo con questo nome e, per ora, l’unico. Ad ogni modo, vorrei portare l’attenzione su una questione importante: il nostro carnefice è diventato un europarlamentare…”
“Davvero?” chiese Andreas a Fumagalli, ma questo non si espresse, perché era un artista poco impegnato. In realtà molti altri nella sala iniziarono a manifestare segni di dissenso.
“Ma sei sicuro? È stato eletto un gatto?” chiese qualcuno.
“Posso capire che la notizia sia passata in sordina, visto che di politica non si parla più in Italia, ma solo di pseudo-notizie. Il caldo che imperversa sulla penisola, non fanno che ripetere i giornali. È estate: è chiaro che faccia caldo. Comunque sì, è stato eletto lui.”
“Ne sei certo? Non è che è un gatto che gli somiglia?”
“Be’, sì, è un sosia…” disse Omeprazolo.
“E allora?”
“Voi non capite: è una cosa gravissima! Un soggetto simile lì potrebbe fare danni irreparabili! Dobbiamo assolutamente denunciarlo, portarlo in un’aula di tribunale, prima che sia troppo tardi!”
“Andiamo,” disse qualcun altro, “sarà un buon imprenditore, sarà anche furbissimo, ma non può farcela anche in politica. Ti rendi conto? Manipolare i politici?! Quella è gente che sa badare ai propri interessi!”
“Avete dimenticato il passato? Noi tutti l’abbiamo sottovalutato e guardate come siamo ridotti,” disse Omeprazolo indicandosi i baffetti, “almeno troviamo il modo di allertare gli altri europarlamentari.”
“Sì, certo,” disse qualcuno, “facciamo anche un favore a quei mangiapane scansafatiche.”
Omeprazolo guardò il pubblico, in silenzio per quasi mezzo minuto. Poi disse:
“Come aver esploso un petardo durante un tuono: inutile. Allora davvero, non potrà fermarlo nessuno…”
“E invece sì!” si alzò una vocina nel pubblico. Era stato Fumagalli:
“Io conosco qualcuno che lo ha battuto.”
Il pubblico si perse in versi di meraviglia e stupore.
“Una gallina che si chiam-”
Quando lo interruppero, Fumagalli pensò che fosse per via della mancanza di nome in codice per Billa. Invece si sbagliava.
“Una gallina, hai detto?” chiesero delle voci incredule.
“Sì.”
Nessuno fiatò, poi risero tutti, spiegando:
“Impossibile: quel gatto è furbissimo e tutti sanno quanto le galline siano poco intelligenti.”
Fumagalli urlò, zittendo tutti:
“Da un commento del genere, si capisce bene perché siete stati vittima di quel gatto: perché avete la mente chiusa.”
“Ragazzi, ragazzi!” intervenne Idrossido di alluminio 5, “vi prego un po’ rispetto: siamo tutti sulla stessa barca.”
“Non è vero! Lui,” disse un uomo additando Fumagalli, “non è una vittima! Non è come noi!”
“Va bene, va bene. Direi di interrompere qua e di cominciare il rinfresco,” concluse Idrossido di alluminio 5.
Fumagalli non parlò più per tutta la serata, se non per solidarietà con Omeprazolo, visto che entrambi avevano condiviso l’essere stati ignorati.
Andreas, invece, parlò con qualcuno:
“…tutto sommato non posso lamentarmi: mi ha condannato a pedinare per un anno un tizio, per vedere se si veste da Sherlock Holmes.”