La seconda indagine di (Monta) Albano

Typo Fiasco – Prompt:

Digiti rapidamente una mail, ma in essa c’è un errore di battitura che ne cambia il significato. Che cosa succede?

Si era nel pieno di gennaio, e le feste natalizie erano oramai solo un ricordo che tornava alla mente quando si buttava un occhio alla bilancia, o quando i jeans entravano con un po’ di difficoltà. A parte questo, ognuno aveva ripreso la propria routine quotidiana.
In una di queste mattine Andreas, in attesa che Lalore liberasse il bagno per potersi a sua volta preparare per andare al lavoro, accese il computer e controllò la propria casella di posta.
Venne catturato dall’oggetto di una mail, che diceva ‘Andreas, perché non giochi più con noi?’ e la aprì.
Ciao Andreas, ci rattrista vedere che non partecipi più al grande torneo di caccia agli easter egg del tuo decoder Asir Sat: il tuo punteggio è fermo a 150 punti da qualche tempo. Perché non vuoi più giocare con noi? Solo per questo mese, per ogni easter egg, ti daremo il doppio dei punti. Ti aspettiamo! Kitty
“Non posso crederci!” esclamò, “questi matti, questi sfacciati!”
“Che c’è?” chiese Fumagalli lì in salotto con lui, a fare ancora la colazione.
“Leggi, leggi che cosa scrivono quei matti che lavorano per quel gattaccio. Non posso crederci che la Robi abbia deciso di mantenere quel personaggio così antipatico.”
“C’è bisogno di un antagonista in ogni storia, lo sai,” disse Fumagalli avvicinandosi al computer per leggere la comunicazione della Asir Sat, per poi concludere, “è il loro lavoro, non scaldarti. Ignorali.”
“Però si meritano di sapere che cosa sono,” disse Andreas, cliccando sul tasto ‘rispondi’.
“Siamo in una storia pulita, fai attenzione.”
Così Andreas mandò una mail che doveva suonare come:
Siete davvero sfacciati! Se vi trovo, vi faccio vedere!
In realtà, complice la poca luce nel salotto, o forse a causa dell’impulsività, ciò che scrisse e inviò fu leggermente diverso, e non se ne avvide nemmeno:
Siete davvero spacciati! Se li trovo, vi faccio vedere!
“Ti senti meglio, dopo aver provato la tua mascolinità?” lo provocò Fumagalli.
“Spiritoso, ma la penseresti come me se avessi un marchio sul tuo corpo. Ma che cosa…?”
La casella di posta aveva appena segnalato l’arrivo di una nuova mail, inviata di nuovo dalla Asir Sat. In preda al nervosismo, Andreas la aprì:
Andreas, la tua grinta ci fa piacere, perché è così che vogliamo i nostri giocatori: agguerriti e arroganti quel tanto che basta! Puoi dirci magari in quale area di funzionamento del decoder pensi di trovare gli easter egg? Ci ripeteresti gentilmente il modello del tuo decoder e anche la versione del software? Non vediamo l’ora che tu torni a giocare con noi. Kitty
Andreas non parlò e fece solo in modo che Fumagalli potesse leggere la nuova comunicazione.
“Devo ammettere che Odoacre ha messo su un insieme di operatori ben addestrati,” commentò.
“Stai dando loro ragione? No, adesso do loro ciò che si meritano,” disse Andreas, ripresosi dal mutismo iniziale.
“Una lezione?”
“Un bluff.”
Schiacciò sul tasto ‘rispondi’ e iniziò a scrivere.
“Ti suggerisco,” disse Fumagalli, “di non sovrastimare la tua prestanza fisica, anche se dopo le feste di Natale hai sicuramente preso un paio di chili abbondanti.”
“Ma ti pare? Li hai visti i due tizi che Odoacre si porta sempre dietro la sera? No, io li minaccio di ricorrere alle vie legali!”
In realtà la mail che Andreas inviò non parlò esattamente di legali:
Siete impressionanti. Vi dico solo che sarà bene che abbiate dei buoni regali.
Fu così che l’operatrice che si firmava Kitty rispose immediatamente, giusto quando la porta del bagno di casa si aprì:
Tranquillo Andreas, il nostro gioco prevede infatti ricchi premi (clicca sul link in calce). Attendiamo tue notizie.
Andreas si alzò, quasi assente:
“Ma che cosa sto sbagliando? Io però adesso devo proprio andare: rispondi tu a questa mail.”
Fumagalli urlò:
“Io?! Ti avevo consigliato di lasciar perdere e adesso mi metti in mezzo? E poi sono ancora mezzo assonnato.”
“Ore piccole dal signor Cavalleri,” sogghignò Andreas.
Fumagalli urlò:
“Non è come pensi: Phil ci ha regalato una meravigliosa interpretazione musicale, ieri. E comunque, anche se fosse, non è per quello: semplicemente io prima della mia tazza mattutina di tè verde al gelsomino non riesco a ragionar bene.”
“Non serve che tu ci debba ragionare. Devi solo dir loro che sono matti da legare e che devono contattare un bravo strizzacervelli,” disse mentre si allontanava per andare a prepararsi.
Fumagalli iniziò a becchettare sulla tastiera. Non commise errori di battitura:
Penso che abbiate bisogno di accertamenti ed esami diagnostici. Vi consiglio di prenotare presto un appuntamento.
Poi si rimise a sorseggiare il proprio tè verde.
Nessuno notò la mail che Kitty scrisse in risposta:
Verremo presto.
Fu così una sorpresa quando il campanello suonò poco prima dell’ora di cena.
E per Andreas, fu ancor più una sorpresa vedere chi avesse suonato:
“Tu sei… Sherlock Holmes! Herlock Sholmes! Be’, sei tu!”
L’uomo emise un sospiro di sollievo:
“Questo palazzo mi sembrava familiare, e ora so perché. Posso lasciar da parte l’accento inglese.”
“Prego, accomodati,” disse Andreas accompagnandolo nel salotto dove si erano intrattenuti oltre sei mesi prima.
Lì, Fumagalli lo riconobbe subito, ma ammise:
“Strano: ci conosciamo, ma non sappiamo il tuo vero nome.”
“Mi chiamo Albano,” disse l’uomo.
“Albano come il cantante?” chiese Andreas.
“No: non Carrisi, ma Monta.”
Fumagalli rifletté per qualche istante, poi urlò, e disse:
“E Odoacre ti fa vestire da Sherlock Holmes?”
Albano scosse la testa sconsolato:
“Lascia perdere: appena ha visto il costume, mia moglie ha avuto la scusa che aspettava per potermi lasciare. Perfino il mio cane, che forse ha intuito il mio essere al servizio di un gatto, non mi rispetta più.”
“E quando potrai smettere? Non può essere a vita,” domandò Andreas.
“Tra un anno e mezzo circa. E pensare che Sherlock Holmes non mi è mai piaciuto: da giovane ero un fan di Padre Brown.”
“E questa volta, perché sei qui?” chiese Fumagalli.
“La Asir Sat mi ha mandato qui perché pare che abbiate trovato qualche easter egg.”
Fumagalli urlò e poi disse ad Andreas:
“Ti avevo detto stamattina di non rispondere a quella mail!”
“Va bene, avevi ragione tu. Albano, ci deve essere stato un malinteso: non partecipiamo più al gioco. E se proprio devo dirtela tutta, penso che la Asir Sat sia-”
Andreas si fermò, udendo i passi di Lalore venire dalla cucina:
“Andri, per cena… Ah!” esclamò appena vide Albano, poi aggrottò le sopracciglia. Lo guardò a lungo, poi disse:
“Mi sembra di averla già vista, ma… do you speak Italian?”
“Come?” chiese Albano.
“Lalore, questo è Albano,” si intromise Fumagalli, sempre sensibile alla risoluzione degli impicci. I due si strinsero la mano:
“Ma pensa, non so perché ma credevo che fossi inglese,” disse Lalore sorridendo, “forse, chissà, il tuo stile… Sei un amico di Andreas?”
Albano si guardò intorno smarrito, e stavolta fu Andreas ad intervenire:
“Diciamo che siamo compagni di sventura.”
“Ah, sei un collega,” puntualizzò Lalore, “mi fa molto piacere conoscerti: dopotutto, so così poco della vita lavorativa di Andri.”
“Non è colpa mia se non ci sono mai le circostanze per poterne parlare,” si giustificò Andreas.
“Non importa: questa è la volta buona. Albano, resta a cena con noi. E tu Andri, per favore, vai a comprare degli arancini al chioschetto che c’è all’angolo, mentre io preparo un pollo al vino e, se riesco, dei dolcetti al cioccolato al microonde. Intanto, Albano: gradisci, che so… una tazza di tè con il latte?”
“No, grazie.”
“Capisco, è in effetti un po’ tardi per il tè.”
“No: intolleranza al lattosio.”