In associazione con altri principi attivi

Left Turn – Prompt:

Completa la seguente frase e scrivi una storia che cominci con essa:
“È strano pensare che non avrei mai saputo nulla riguardo_____ se non avessi svoltato a sinistra.”

“È strano pensare che non avrei mai saputo nulla riguardo gli AAA se non avessi svoltato a sinistra,” disse Andreas a Fumagalli mentre Lalore, del tutto ripresa dall’influenza, era intenta a farsi una doccia rilassante dopo la cena.
“Bene,” rispose Fumagalli, “e direi che dopo questa tua linea di dialogo abbastanza sibillina, che però sottintende una spiegazione già avvenuta, le nostri parti di personaggi sono finite: qualcosa mi dice che sta per partire un flashback. Almeno, avrebbe senso dal punto di vista della struttura narrativa.”
“Una settimana di riposo, allora: meglio della doccia che si sta facendo Lalore.”
Gli eventi che avevano condotto Andreas e Fumagalli a quella conversazione erano stati del tutto normali fino al tardo pomeriggio, quando Andreas era uscito un po’ prima dal lavoro. Aveva così pensato di alleggerire il carico serale di Lalore, facendo in modo che non dovesse cucinare. Chiaramente non sostituendosi a lei ai fornelli, visto che Andreas non aveva altra dote se non quella di scongelare cibi pronti e fondamentalmente, come si dice in gergo, arrangiarsi. L’unica opzione che aveva a disposizione, era prendere del cibo take-away.
Sapeva bene però che non sarebbe stato salutare, specialmente per qualcuno che si era appena rimesso dal super virus dell’influenza, acquistare cibo in un posto tipicamente alla Manuel, in grado di offrire soltanto piatti ad alto contenuto di grassi saturi, sale, e zero fibre.
Decise perciò di andare in un posto cosiddetto salutista, cioè di quelli che sul menù contrassegnava i cibi con variegati simboletti colorati: vegano, senza glutine, a basso contenuto di carboidrati, e organico. E, implicitamente, con tanti invisibili simboli a forma di euro.
Così Andreas scese qualche fermata prima di quella solita per tornare a casa e, con il telefono in mano, iniziò a camminare in cerca del locale scelto.
E fu in quel momento che commise l’errore: invece di prendere la prima a destra, prese la prima a sinistra.
Si ritrovò così in una via piuttosto stretta, dove non passavano nemmeno le auto, nonostante non fosse una zona a traffico limitato. Continuò a camminare per quasi tre minuti, senza il minimo sospetto, dicendosi che posti come quello al quale doveva recarsi non possono permettersi di pagare l’affitto in zone più frequentate di Milano. Poi vide che nella via non c’era nemmeno un locale commerciale, così riprese il telefono e, camminando più lentamente, osservò sulla mappa dove si trovasse e dove invece sarebbe dovuto andare.
Fu per questo che andò a sbattere addosso a qualcuno.
La persona che aveva urtato aveva avuto decisamente la peggio nello scontro, perché un mazzetto di fogli A5 che stava evidentemente reggendo in mano si sparpagliò sul marciapiede.
“Mi scusi,” disse Andreas rimettendo il telefono in tasca, “mi ero perso e non stavo guardando dove stavo andando. In effetti, a essere precisi, mi sono perso proprio perché non stavo guardando dove stavo andando.”
“Non fa niente, non fa niente,” disse l’uomo, a occhio coetaneo di Andreas.
Quest’ultimo si chinò e aiutò l’uomo a raccogliere i fogli.
Accadde così che diede loro una rapida occhiata: erano dei volantini di carta, di quelli che la gente incolla ai semafori o ai pannelli di qualche edicola fuori dai tornelli della metro.
Andreas notò subito la scritta centrale a caratteri cubitali: AAA.
“Lei lavora per un’associazione di alcolisti anonimi? È molto bello che lei aiuti le persone in difficoltà,” disse Andreas, spiacendosi ancora di più per aver fatto perdere qualche minuto, lì nel vicolo, a una persona che faceva del volontariato.
“No: a parte il fatto che non sono un volontario, ma faccio parte delle persone che ricevono supporto, ma non si tratta di un’associazione per alcolisti anonimi.”
“Capisco. Anzi, no, non capisco: di che cosa si tratta, allora?”
L’uomo, che con l’aiuto di Andreas, aveva recuperato tutti i foglietti, gliene porse uno, leggermente sgualcito per il contatto con il suolo.
“Legga,” gli disse con fare sicuro, “ma tanto non capirebbe. Solo chi ci è passato lo può comprendere.”
Andreas, curioso, lesse: AAA stava per Associazione Anti Acidi.
“Ma… ma lei… non ha la faccia di uno… diciamo che non assomiglia a Syd Barrett. Che comunque è stato un grande artista, nonostante la sua dipendenza…”
“Vede? Non ha capito, e non è colpa sua. E comunque mi creda, è meglio così, perché altrimenti vorrebbe dire che avrebbe una storia triste da raccontare.”
L’uomo salutò e se ne andò.
Andreas lo guardò allontanarsi, poi cercò di raccapezzarsi perché non si ricordava più dove stava andando, né dove esattamente volesse andare. Notò un foglietto residuo per terra, sfuggito sia all’uomo che a lui. Lesse ancora:
Associazione Anti Acidi
Poi Andreas seppe dove andare: prese a correre dietro l’uomo e, quando lo raggiunse, gli parlò. O, almeno, tentò.
“Lei… lei…,” cominciò, tormentato dal respiro affannoso per la corsa, mentre gli tendeva il foglietto che aveva trovato qualche istante prima, “lei conosce Odoacre?”
L’uomo fece cadere di nuovo tutti i foglietti e non si chinò a raccoglierli:
“Lei… è stato vittima di Odoacre?”
Andreas scostò il giubbotto, sbottonato del tutto per via della mitezza della temperatura e per la corsa, e sollevò la maglietta, mostrando la parte superiore del suo tatuaggio.
L’uomo sbiancò:
“Allora lei… tu devi assolutamente venire a trovarci.”
Trovarvi? Chi siete?”
L’uomo, con calma, si chinò a raccogliere i foglietti e, intanto, spiegò:
“Un gruppo autogestito di persone che hanno avuto la sfortuna di incontrare Odoacre. Come scritto su questi volantini che devo andare a distribuire, ci incontriamo in un garage lì in fondo,” disse indicando con una mano piena di fogli raccolti un punto nella via, nella direzione da dove stava provenendo, “ma per stasera l’incontro è finito, altrimenti saresti stato il benvenuto.”
“A proposito, io sono-”
“Per carità, non dirmi il tuo nome!” esclamò l’uomo sventolando i fogli. Poi con tono più pacato spiegò:
“Noi nell’associazione vogliamo che quanto successo con Odoacre resti un fatto privato, o al più condiviso solo con chi ha subìto la stessa esperienza. Una cosa simbolica: ciò che ci ha fatto Odoacre deve restare confinato, e non deve impattare la vita reale. Questo vuol dire che nessuno di noi dell’associazione può sapere il nome reale degli altri. Quando verrai, sceglierai il nome con il quale vorrai che noi ti chiamiamo nell’associazione. Intanto, accontentati di sapere il mio: sono Idrossido di alluminio numero 5.”
“Perché 5?”
“Perché nell’associazione esistono già dei membri con il nome Idrossido di alluminio, dal numero 1 al numero 4.”
“Un po’ lungo come nome. Ne hai una versione più maneggevole?”
“Idrossido di alluminio 5.”
“Intendevo, una versione più corta.”
“Al(OH)3, 5.”
“Bene,” disse Andreas confuso, “e dimmi… Idrossido di alluminio 5, ma in queste riunioni che cosa fate? Pianificate qualcosa contro Odoacre, tipo una vendetta o…?”
“No,” rispose semplicemente Idrossido di alluminio 5, “siamo vittime realiste: non si può ordire nulla contro di lui perché è un gatto troppo potente, praticamente intoccabile. E poi, devi considerare che c’è gente che è psicologicamente giù: non si può pensare a cose come la rivalsa, o anche un pareggio di conti. Ci occupiamo di dare una mano alle vittime.”
“Io ne conosco due.”
“Davvero?” esclamò Idrossido di alluminio 5, ora eretto con tutti i fogli in mano.
“Sì. Due storie tristissime. Uno è stato costretto, e lo è ancora, a lavorare per lui vestito da Sherlock Holmes, mentre l’altro, un mio carissimo amico, è stato costretto a fare il fidanzato della sua padrona.”
Idrossido di alluminio 5 scosse la testa, visibilmente turbato. Poi disse:
“Se Odoacre ha dovuto ricorrere a questa trappola, vuol dire che la sua padrona è una zitella acida? Anche lei?”
“Acida non saprei… Posso dirti che è alta e bionda.”
“Bionda naturale? Perché se si colorasse i capelli, potrebbe avere costanti contatti con l’ammoniaca, notoriamente basica, nel qual caso… Ma questo è irrilevante,” fece una pausa, poi continuò, “non posso crederci che questo tuo amico sia stato costretto a stare con lei. È una storia veramente angosciante.”
“Be’,” disse Andreas, aggrottando al fronte, “in effetti dovrei dire che la mia amica è stata costretta a fare il fidanzato della sua padrona.”
“Oh!” esclamò Idrossido di alluminio 5 con gli occhi serrati, come a evitare di vedere una terribile scena che si svolgeva proprio davanti a lui, “quel gatto è senza pudore: è anche un pervertito sessuale!”
“In realtà… è complicato…,” balbettò Andreas, senza però proseguire nella spiegazione.
“È sempre complicato con Odoacre,” disse Idrossido di alluminio 5 poggiandogli una mano sulla spalla, “comunque informa anche queste altre due vittime. Ci vediamo ogni martedì alle 18:30. I cani sono ovviamente non solo ammessi, ma più che benvenuti, per ovvi motivi di sicurezza.”
“E i pavoni?”
Idrossido di alluminio 5 fece spallucce, tenendo tutti fogli compressi sul suo petto.
“E, già che ci sono, visto che conosci bene la zona: sai dirmi come arrivo in questo locale?” chiese Andreas mostrando la mappa sul telefono, indicando il posto dove aveva previsto di fare il take-away.
“Ah, non parlarmi di cibo,” disse Idrossido di alluminio 5 con una nota di sofferenza nella voce, “sto proprio ora andando a una riunione dell’altra Associazione Anti Acidi. Anche il reflusso è una brutta bestia.”