Try the salami, mami

Misheard Lyrics – Prompt:

Pensa a una canzone di cui hai mal colto il testo e usa questo come titolo di una storia1.

Quando Lalore lo disse, Andreas non rispose e gli si bloccò invece la digestione della cena. Al contrario, Fumagalli esclamò:
“Camilla mi aveva accennato al fatto che ci avrebbe presto invitati a Pizzighettone, anche se non ha voluto dirmi perché.”
“È stata ermetica anche con me. Forse ci vuole dire che sta per pubblicare il seguito del suo libro?” azzardò Lalore.
“No, impossibile,” la corresse Fumagalli, “è vero che è quasi alla fine del manoscritto del seguito de Il richiamo del barbaro, ma ci sta ancora lavorando. Sono davvero curioso di sapere perché ci ha invitati: quando andiamo?”
“Questo sabato, a pranzo,” rispose Lalore.
Andreas pensò che era statisticamente impossibile avere due terribili sabati consecutivi. A quanto pareva però, nel suo mondo fittizio le basilari leggi del calcolo aleatorio non valevano. Si rassegnò a sentire il peso della pasta e fagioli per tutta la serata.
Arrivò il sabato mattina, dal tempo straordinariamente positivo rispetto agli ultimi giorni di nuvole e pioggia.
Dopo il viaggio in auto, in condizioni di traffico scorrevoli, i tre giunsero al portone di casa Piacentini, con una colomba artigianale da gustare a fine pasto.
Ad aprire fu proprio la signora Piacentini:
“Cari, che piacere vedervi. Ah, Andreas,” disse rabbuiandosi, “ci sei anche tu.”
A quel punto la signora Piacentini sorrise, come a indicare ai tre che stesse scherzando. Ma Andreas notò che quello era il sorriso di chi vuole sottolineare il fatto di stare scherzando proprio sullo stare scherzando. Era una doppia negazione, quindi affermazione.
In casa, accanto al signor Piacentini, c’erano già Simone e Ginevra. Erano in silenzio, e ognuno di loro aveva in mano un bicchiere di prosecco.
“Prego, servitevi,” disse subito il signor Piacentini indicando altri bicchieri, del tutto simili ai loro e già riempiti, pronti su un vassoio. Poi indicò una ciotola d’acqua per terra.
“Andri,” disse Lalore, “vado a prenderti un bicchiere di succo d’arancia in cucina.”
Poi, prima di lasciarlo, gli schioccò un bacio sulle labbra.
Il pranzo fu, come sempre, prova di grande abilità della domestica: portate abbondanti, sapori intensi, indigestione assicurata. Lo stomaco di Andreas lanciò segnali di allarme già alla fine del primo: l’ultima forchettata di cannelloni lo aveva fatto ingolfare, lasciando presagire sonnolenza e spossatezza per le ore a venire.
Infine, venne il momento della colomba, accompagnata dallo spumante. Fu lì che la signora Piacentini si alzò:
“Vi ho voluti tutti qui per farvi un annuncio importante,” tacque quindi per un numero ragionevole di secondi, come si conveniva in quelle occasioni, e poi riprese, “mi hanno offerto un contratto per tenere una rubrica sul magazine femminile Donna Domani.”
Tutti si alzarono con un bicchiere in mano per brindare alla notizia. Nel trambusto, Andreas disse a Fumagalli:
“E dopodomani?”
Fumagalli non rispose.
“È una bella notizia, mamma. Sono molto contenta per te,” disse Lalore.
“Qualche volta l’ho comprata,” disse Ginevra, “ed è una rivista molto carina, per donne moderne e indipendenti.”
“E che cosa scriverai?” chiese Fumagalli alla signora Piacentini.
Questa sorrise:
“Non vedevo l’ora che qualcuno me lo chiedesse. È proprio questo il bello della rubrica: di fatto è una storia che si dipanerà nel corso dei mesi. Ci sarà un personaggio, Edna, che ogni mese vivrà delle avventure più o meno collegate fra loro-”
“Ah, un po’ come le avventure dei personaggi della Robi,” disse Andreas ostentando sicurezza.
Fumagalli urlò, mentre la signora Piacentini chiese con cipiglio chi fosse la Robi.
“Un’autrice molto influente, almeno dal mio punto di vista,” spiegò Andreas.
“Sarà, ma io non ne ho mai sentito parlare. Comunque,” proseguì la signora Piacentini, “la storia di base racconta di Edna, che viene assunta come inviata per una fittizia rivista gastronomica chiamata Cocktail di scampi, che è anche il nome della rubrica, e delle sue avventure. Essendo un po’ l’ultima arrivata, la redazione non manda Edna a eventi patinati sulla cucina d’autore o quella molecolare, ma a sagre popolari, anche se molto rinomate. Ora, posso magari convenire con voi che il progetto seriale non è nuovo anzi, è ben noto: lo conosci anche tu,” disse indicando con il mento Andreas, “ma la novità è nel genere. Le avventure di Edna sono sì legate a eventi gastronomici ma, per restare in tema di sapori, sono anche piccanti. Stiamo infatti pensando di lanciare un genere piuttosto sperimentale: l’erotico culinario seriale.”
“Culinario mi sembra già di per sé una definizione esplicita,” commentò sommessamente Andreas a Fumagalli.
Questi non rispose al commento di Andreas, ma nemmeno alla signora Piacentini. Stava infatti riflettendo su quanto questa aveva appena annunciato, e non poteva smettere di pensare che il piccante non fosse effettivamente uno dei sapori fondamentali, ma soltanto una percezione sensoriale. Preferì però non contraddire Camilla e si congratulò con lei per l’esperimento letterario.
“Scusa mamma,” disse Lalore, “stai dicendo che ogni mese scriverai per Edna delle storie… erotiche, legate a fiere?”
“Esattamente. Dalla Sagra del peperone di Carmagnola….”
Andreas notò che il rossore di Simone era esattamente quello di un Corno di Bue.
“…a quella della polenta rencocciata a Licenza o, che so, quella della ficattola a Montespertoli…”
“Fic… Fica…” balbettò Simone. Ora non era più rosso, ma biancastro come una pasta lievitata. Ginevra, in silenzio, gli intimò di bere un sorso di spumante.
La signora Piacentini notò l’incertezza del figlio:
“Sì, mi rendo conto che non sia così popolare, ma la ficattola è un po’ come lo gnocco fritto. Comunque la redazione mi ha già informata che dovrò anche scrivere della sua sagra, a Castelletto di Serravalle…”
“Gnocc…” Simone non riuscì a concludere.
“… e di quella del pesce a Chioggia. E poi, e lo dico con una punta di campanilismo, non può mancare la festa del salame di Cremona. I nostri salami sono… Simone? Simone?”
Simone si era accasciato su una sedia, bianco come un lenzuolo.
“Avete visto anche voi due che non c’entro nulla, stavolta,” disse Andreas, ricordandosi di quanto successo a Simone durante la presentazione della signora Piacentini praticamente un anno prima.
Con un filo di voce, Simone tranquillizzò tutti sul proprio stato di salute, ma restò ancora seduto.
“Mi fa piacere che tu stia bene, perché non ho finito con le notizie,” disse la signora Piacentini.
A quelle parole, Andreas e Lalore preferirono sedersi.
“Una ditta di salami mi ha contattata per pubblicizzare i loro prodotti.”
“Salami…” disse Simone, questa volta concludendo il nome che voleva nominare, probabilmente a causa della posizione e delle carezze rincuoranti che Ginevra gli faceva sulla testa.
“Non salami qualunque,” spiegò la signora Piacentini, “ma salami Cremona. Dicono che sarebbe una buona cosa per rivalutare il territorio e i suoi prodotti.”
“Siamo proprio conciati bene,” disse Andreas a Fumagalli.
“Conci come la polenta? Credo che ne facciano il festival a Biella. Lo devo suggerire a Camilla,” disse Fumagalli pensoso.
“E farai degli spot in televisione, per questi salami?” chiese Lalore.
“Questo non lo so, ma di sicuro dei manifesti. Mi hanno mostrato dei bozzetti: io in un locale per l’essiccatura dei salami, e semplicemente io con un vassoio di fette di salame.”
Lalore sospirò, poi disse con un sorriso:
“Mi sembra che oggi ci abbia dato un sacco di belle notizie per la tua carriera.”
Tutti annuirono, e parve che l’argomento fosse chiuso.
“In effetti,” disse la signora Piacentini, un po’ come avrebbe fatto il tenente Colombo dopo il solito interrogatorio informale, “ci sarebbe un vago progetto per avere una controparte maschile di Edna2 su una rivista per uomini, anche se non è chiaro se scriverei con il mio nome o con uno pseudonimo maschile.”
“Siamo proprio fritti,” disse Andreas a Fumagalli.
“Come lo gnocco?”
“Non me lo nominare.”

  1. La canzone in questione è “Everybody eats when they come to my house”, di Cab Calloway. Il testo iniziale è molto chiaro: “Have a banana, Hannah. Try the salami, Tommy,” ma quando la canticchio mi viene un vagamente indecente “Have a banana, mama. Try the salami, mami”. Consiglio comunque di ascoltare la canzone, perché è molto orecchiabile.
  2. La canzone che ha ispirato questa storia nomina anche “Try a tomato, Plato”, ma sbaglio a canticchiare anche questo verso e dico “Try a potato, Plato”. Sì, il mio senso dell’umorismo è a volte terribile.