Alla presentazione della signora Piacentini

A Game of Reactions – Prompt:

Descrivi le reazioni di uno o più personaggi a qualcosa, senza spiegare che cosa questo sia.

Sabato pomeriggio, sul tardi: dopo una settimana di pioggia e grigio, splendeva il sole, ma tutti e tre erano a casa, anche se Lalore e Fumagalli lo sarebbero stati ancora per poco. Dovevano andare a Castelverde, alla presentazione del libro della signora Piacentini. Andreas, invece, sarebbe rimasto a casa perché, diceva, aveva mal di gola e preferiva non rischiare di peggiorare la sua situazione.
Lalore era a truccarsi in bagno, mentre Fumagalli, che non ci impiegava mai un tempo superiore ai tre secondi a prepararsi, era in salotto davanti al portatile. Andreas, come sempre, era sul divano:
“Questo telecomando universale non mi piace molto.”
Fumagalli non rispose, intento a becchettare sulla tastiera.
Andreas, allora, guardò lo schermo del portatile dell’amico, giusto un secondo prima che questi lo mettesse in ibernazione. Poi, accigliato, guardò Fumagalli scuotere le penne, cioè fare la sua preparazione di tre secondi per ridistribuirle bene, e sorrise maliziosamente:
“Sai che ti dico? Che vengo anche io.”
“E il tuo mal di gola?” chiese Fumagalli con tono sarcastico.
“Ah, sopravviverò: voglio proprio vedere che succederà,” rispose correndo in camera da letto a prepararsi.
In macchina Lalore pareva essere incapace di smettere di rimarcare quanto fosse contenta che stessero tutti e tre andando alla prima presentazione della madre. Si voltava spesso verso Andreas e gli sorrideva.
Giunti nella piccola libreria di Castelverde, tutti e tre ebbero l’impressione di stare a una festa in maschera: c’erano un sacco di donne che parevano seguire l’alta moda de Il trono di spade.
Lalore stava per ricontrollare sul telefono se quella fosse la libreria giusta, quando la signora Piacentini si avvicinò a loro, seguita dal marito, Simone e Ginevra.
“Mah,” disse la signora Piacentini, “non è che questa storia di farne una questione stile cosplay mi piaccia molto, ma se le lettrici hanno così preso a cuore le vicende della protagonista, ben venga.”
“Direi di sì,” disse Andreas guardando una donna ben fatta, con un vestito particolarmente scollato.
“Ah, ci sei anche tu, non ti avevo visto. Pensavo ti fossi già diretto al buffet,” disse la signora Piacentini.
Lalore si affrettò a parlare:
“Eh… Mamma, forse già lo sai, ma Fumagalli ha letto il tuo libro.”
La signora Piacentini sorrise, e Fumagalli disse:
“Sì, e mi è anche molto piaciuto per l’intreccio molto complesso e dettagliato. E poi per me sono risultate fantasy molte più scene di quelle che lei aveva in mente: ho letto le sue descrizioni di amplessi con attento occhio etologico, perché per noi pavoni le cose vanno un po’ diversamente, in quelle circostanze. Una lettura molto istruttiva.”
Poi la sala si riempì e molti vollero scambiare qualche parola con l’autrice del libro. Così i familiari rimasero un po’ lasciati a loro stessi e decisero di andare a sedersi sulle loro sedie riservate, in prima fila.
“Allora, vecchio volpone-pavone?” disse Andreas a Fumagalli quando si furono accomodati.
Fumagalli emise un grido, appollaiato sulla sua sedia laterale, così da avere spazio per far scendere la coda.
“Guarda che so tutto, non devi fare la commedia con me. Però non vedo pavonesse, qui,” disse Andreas.
“No, in genere le pavonesse non sono buone lettrici. Te ne aspettavi qualcuna, perché?”
Andreas alzò le spalle e disse:
“Hai cambiato genere? La lettura delle scene piccanti del libro, non era curiosità etologica, ma una sete di conoscenza finalizzata a uno scopo? È diventato quel romanzo il tuo personale libro di morfologia e fisiologia dell’accoppiamento?”
Fumagalli guardò Andreas, inclinando la testa varie volte, e non disse nulla.
“Insomma, hai cambiato specie, e sei passato a quella umana?” continuò Andreas.
“Hai mica assaggiato qualche alcolico di nascosto, al tavolo del buffet?”
“Guarda che so quello che devi fare qui.”
“Vedere e ascoltare Camilla.”
“Camilla! È così che si chiama, allora,” disse Andreas trionfante, voltandosi indietro a vedere meglio le donne che parevano uscite da un filmetto anni ’60 in costume.
“Camilla, la signora Piacentini, la tua futura suocera. Ma si può sapere che hai?”
“Ragazzi! Basta, sta per cominciare!” li zittì Lalore.
La presentazione ebbe inizio: su due poltrone, a pochi passi dalla prima fila, perché era veramente una piccola libreria, c’erano la signora Piacentini e una giornalista, che le faceva delle domande. Andreas non prestò attenzione a una singola parola, e un paio di volte Lalore e Fumagalli dovettero risvegliarlo.
Venne poi il momento delle domande dal pubblico.
La prima ad azzardarsi a prendere la parola fu una delle poche donne vestite normalmente, ma aveva i capelli tutti ripartiti in ciocche che parevano unte, tanto erano piene di gel.
“È così per un richiamo ad Aryalys, la protagonista,” spiegò Fumagalli ad Andreas, con discrezione, “a un certo punto della storia le cospargono i capelli di una resina non lavabile, per umiliarla. E lei, più avanti, ne fa simbolo di forza e sfoggia la sua chioma con orgoglio.”
“Ad esempio,” diceva la donna nel pubblico, “quando Aryalys cavalca il cavallo che in realtà è un uomo, di fatto lo sta usando, e questo è un chiaro simbolo di ribalta femminile. E poi, quando lui nella foresta si trasforma, è nudo, quindi in una condizione di inferiorità rispetto a lei. E continuo ancora su quella scena, perché lì, Aryalys lo…”
Andreas arrossiva a ogni parola che la donna diceva. Quando si trovò a guardare gli altri membri della famiglia, notò immediatamente Simone, perché era di un colore rosso che sembrava artificiale, tanto era saturo.
“Dav…” Andreas deglutì, “davvero succede questo?” chiese a Fumagalli, mentre la donna parlava ancora.
“Lei lo ha molto riassunto, ha saltato un po’ di dettagli, tipo la parte con la pigna, però a grandi linee, molto stringato, sì.”
“Pi… pigna?” disse Andreas guardando il fratello di Lalore, che ormai non era più rosso, ma completamente sbiancato, forse prossimo a svenire, e poi la signora Piacentini, compiaciuta e sorridente sulla sua poltrona.
“Mi vuoi dire che non è la prassi del rituale precedente l’accoppiamento umano?” chiese Fumagalli.
“Credo di aver bisogno di qualcosa che mi tiri su. Simone! Vieni con me, prima che ti venga un calo di pressione.”
“Andri,” disse Lalore tenendolo per un braccio, “mi raccomando, non bere niente.”
“Tranquilla. Tu non vieni?” chiese a Fumagalli.
“No, voglio ascoltare.”
“See, ascoltare. Va bene latin lover, divertiti!” e se ne andò, seguito da Simone.
“Ci prendiamo una boccata d’aria?” domandò il fratello di Lalore appena si furono allontananti dalla massa di donne che costituiva il pubblico.
“Ma perché, pensi che basti, dopo quanto abbiamo sentito?” rispose Andreas mentre stappava una bottiglia di prosecco sul tavolo del buffet.
Dopo un quarto d’ora, Andreas era già sotto l’effetto dell’alcol, e diceva a Simone:
“Una pigna, hai capito?! Da non crederci! A fare che, poi?”
Fu allora che un uomo si unì a loro e si presentò:
“Lavoro per un giornale locale, ma ora che l’argomento è virato sul femminismo contenuto nel libro… Non fraintendetemi, non sono contro il femminismo, ma credo che alcune cose qua siano un po’ esagerate. Non penso che l’idea originale de Il richiamo del barbaro fosse questa.”
“Lei ha letto il libro della mamma di Lalore?” chiese Andreas.
“Come?”
“La mamma di Lalore. Come, ovviamente, la sua,” disse appoggiando il braccio sulla spalla di Simone, che sorrideva imbarazzato perché reggeva l’alcol molto meglio di Andreas.
“Ah, questo è interessante: voi siete parenti della Piacentini. Ditemi qualcosa di più, allora, per il mio articolo. Conoscevate già il talento della signora?”
“Io,” parlò immediatamente Andreas, “no. Anzi, non credevo nemmeno fosse possibile quella cosa che ha descritto la donna del pubblico con la bava di mucca in testa. E poi la pigna! Anzi, lei sa cos’è questa storia della pigna?”
Il giornalista lo guardava sbigottito, in silenzio. Andreas fece un gesto con la mano:
“Non si preoccupi, abbiamo qua il figlio dell’autrice. Simone, tu la conosci? Ne hai una vaga idea, in base a quanto hai visto nella vita di tutti i giorni dei tuoi genitori? Non so, hai mai visto tuo padre o tua madre… Simone? Simone? Se ne è andato…” disse Andreas guardandosi intorno ovunque, ma non in direzione del pavimento, altrimenti lo avrebbe trovato: Simone era svenuto.
Ciò sancì la fine della presentazione: la signora Piacentini si alzò per vedere che cosa fosse successo, Lalore arrossì quando vide le condizioni di Andreas, e le donne presero d’assalto il buffet.
“Mamma, forse è meglio se noi andiamo,” disse Lalore appena Simone si fu sufficientemente ripreso, cercando di spingere Andreas verso la porta, che pareva voler a tutti i costi voler chieder a ogni donna dettagli sulla misteriosa scena della pigna.
Appena a casa, Lalore fece sdraiare Andreas sul divano del salotto, e gli disse:
“Ti vado a preparare una camomilla. Farà bene anche alla tua gola.”
“Non serve, mi sento già meglio,” disse Andreas, che era nel frattempo tornato sobrio. Lalore gli sorrise, gli carezzò la testa, e andò in cucina.
“Scusa,” disse Andreas a Fumagalli.
“Chiedi scusa a me? Penso che dovresti chiedere scusa a Lalore, e alla sua famiglia.”
“Andiamo, lo sai che intendo: ho fatto andare a rotoli il tuo appuntamento.”
Fumagalli gridò, e Andreas spiegò:
“Prima, quando eri ancora al computer, ho visto la notifica di ricezione di un messaggio Skype e ho capito: ti dovevi vedere con una, lì alla presentazione. Dimmi chi era, dai!”
“Ma che messaggio hai letto, scusa?”
“Quello che diceva a tra poco.”
“E non hai visto chi lo aveva mandato?”
“Finiva con la a, non ho avuto tempo di leggere il nome completo.”
“Camilla.”
“Come la mamma di Lalore?”
È la mamma di Lalore. E se pensi che me la faccia con lei, ti sbagli. Ci scambiamo occasionalmente dei messaggi.”
“Siete amici su Skype?”
“Sì, da quando ci siamo incontrati alla cena per il compleanno di suo marito.”
Andreas pensò che lui non aveva nemmeno il suo numero di telefono.
Lalore tornò in salotto con una tazza fumante, e la poggiò sul tavolino.
“Andri, ti sei annoiato alla presentazione?”
Andreas ripensò a quanto aveva sentito in libreria, e poi a quella massa di lettrici. In costume, ma sempre donne:
“No, anzi: penso che tua mamma sia meritevole di supporto. Forse non riuscirò a leggere il libro, ma verrò ad altre presentazioni.”
Lalore sorrise. Fumagalli, invece, scosse le penne.