L’eclissi di luna

Somnia – Prompt:

Il tuo personaggio ha fatto un sogno strano e vivido, ma non sa che cosa significhi. Usa un dizionario dei sogni per cercarne il suo significato1 e usalo nella scena.

Da un paio di mattine, Andreas faceva colazione nel salotto: poggiava il caffellatte sul tavolino, e guardava un po’ di televisione, scegliendo qualcosa tra i canali satellitari che aveva a disposizione.
Quella mattina, durante uno stacco pubblicitario, disse a Fumagalli, che era lì accanto a becchettare sul computer:
“Ho fatto un sogno strano, stanotte.”
Fumagalli gli diede attenzione, smettendo di fare rumore sulla tastiera.
“Ho sognato che ero con Lalore,” cominciò a raccontare, “di sera, sulla collinetta in zona San Siro. Eravamo soli, non c’era nessun altro a parte noi, e guardavamo il cielo sdraiati su una coperta. La luna era enorme, tutta rossa. Poi Lalore ha detto che doveva andare in macchina a prendere dei panini. Sono rimasto lì ad aspettarla, per non so quanto, ma niente: non tornava più. E, nel frattempo, la luna diventava sempre più grande, sempre di più, fino a che c’era solo più lei.”
“E poi?”
“E poi mi ha schiacciato. Ed è finito.”
Fumagalli pensò in silenzio per qualche secondo, poi disse:
“Non mi sembra affatto strano. Hai sognato Lalore perché se ne è andata-”
“Momentaneamente.”
“Ok… Mentre invece la parte sulla luna credo che sia legata ai giornali che non fanno altro che parlare dell’eclissi di stasera.”
Andreas spense il televisore e raccolse le sue scodelle della colazione:
“Può essere,” disse, e andò in cucina.
Mentre sciacquava rapidamente quanto aveva appena finito di usare, convenne che Fumagalli aveva decisamente ragione: non solo tutti parlavano dell’eclissi, postando su internet foto di lune enormi e rosse prese da chissà dove, visto che quella specifica eclissi ancora non c’era stata, ma anche loro erano coinvolti in prima persona. Per quella sera avevano infatti previsto di andare a vederla al parco Indro Montanelli, dove ci sarebbero stati dei telescopi per assistere all’evento.
Il pensiero, però, lo immalinconì anche: se ci fosse stata Lalore, questa li avrebbe senz’altro condotti in macchina in qualche posto fuori città, senza troppo inquinamento luminoso.
Dopo del suo rientro dal lavoro e dopo la cena, i due si prepararono a uscire. Ovviamente, Fumagalli non aveva bisogno di molto tempo per farlo, ma quella volta fu ancora più rapido, perché elettrizzato all’idea di andare. Non tanto per guardare il fenomeno con il telescopio, ma perché aveva previsto di dipingere, lì nel parco, un acquarello a ricordo della serata.
“Scusa,” disse Andreas, “capisco il tuo essere artista, ma non puoi scattare una foto come fanno tutti?”
“Appunto: tutti lo faranno. Tutti useranno i propri telefoni e fino a domani mattina posteranno i propri scatti sui social, fino a far diventare l’eclissi un evento banale, alla portata di tutti. Io, invece, quella luna rossa la voglio dipingere.”
“Di’ la verità: non è che la dipingi perché non puoi fisicamente scattare le foto con il telefono, con le tue zampette rinsecchite?” chiese Andreas divertito.
Fumagalli rispose scotendo le penne, ma smise subito: non vedeva Andreas ridere da settimane.
“Piuttosto,” disse, “non dovremmo andare?”
Andreas guardò l’orologio: erano quasi le 21, ed erano già entrambi pronti. Così, mise il guinzaglio all’amico e prese lo zaino con il materiale per dipingere.
Sul pianerottolo, incrociarono Manuel, che stava uscendo. Si salutarono da buoni vicini di casa e scesero le scale lamentandosi del caldo asfissiante di quei giorni. Quando furono fuori dal palazzo, si sorpresero nel vedere che si stavano tutti e tre avviando verso la metro.
“Vi concedete una serata fuori?”
“Andiamo a vedere l’eclissi al parco,” rispose Fumagalli.
Manuel li guardò divertiti:
“Anche io.”
Andreas annuì, e lanciò un’occhiata a Fumagalli: a quanto pareva, non erano più solo loro due, quella sera.
Aspettarono la metro rossa, e salirono sul convoglio. Lì, evidentemente rilassato per via della temperatura che l’aria condizionata regalava, Manuel fu più in vena di conversazione:
“Se posso permettermi: la sua ragazza sta bene?”
“Sì, certo,” disse Andreas.
“E… non viene con voi a vedere l’eclissi?”
“No: è andata via per qualche giorno, ma tornerà presto.”
“Ah, vacanze separate: siete una coppia moderna. Anzi, lei è fortunato ad avere una donna così, che accetta di lasciarla da solo per così a lungo.”
Andreas alzò le spalle, e non aggiunse altro, così Fumagalli cambiò argomento:
“Sa per caso come sta il signor Cavalleri?”
“È qua a Milano, passa l’estate da solo perché la sua famiglia è in ferie. Ogni tanto gli citofono per vedere come sta, per puro senso civico.”
Arrivati a Porta Venezia, Manuel disse che lui doveva effettivamente ancora cenare, e si allontanò per andare a compare un kebab:
“Vi raggiungo dopo,” disse loro prima di andare via.
Il parco Indro Montanelli era già affollato alle 21, e in quel momento sia Andreas che Fumagalli ebbero la certezza che, così senza un numero di telefono, non si sarebbero mai più rincontrati con Manuel.
“Be’,” disse Fumagalli, “cominciamo a trovare un posto abbastanza tranquillo sull’erba, per il quadro che devo dipingere.”
Seguito da Andreas, Fumagalli mosse dei passi negli spiazzi erbosi del parco. Ogni tanto si fermava, guardava per aria piegando il collo in varie angolazioni, poi camminava di nuovo, fino a che si fermò: era quello il posto.
Quando Andreas ebbe finito di sistemare il materiale per l’amico, gli chiese se volesse già iniziare a dipingere almeno lo sfondo, o ciò che avrebbe fatto da cornice alla luna.
“No,” rispose Fumagalli quasi inorridito, “non posso cominciare a dipingere il resto: la luce sarebbe diversa, e anche l’atmosfera. Ora è quasi da festa di paese, mentre io voglio dipingere quella che mi susciterà l’eclissi: qualcosa di raro, per pochi e che, anche se perfettamente scientifico e matematicamente prevedibile, affascina l’uomo per la sua straordinarietà.”
Andreas annuì, mentre si cospargeva della lozione anti-zanzare che Lalore, nella preparazione del bagaglio, aveva lasciato a casa.
Intanto, l’atmosfera che cercava Fumagalli sembrava non arrivare, anzi: il vocio delle persone aumentava, come pure la loro densità, che si concentrava specialmente attorno ai telescopi, ormai invisibili come, del resto, la luna in cielo. Così, la tela di Fumagalli era ancora intonsa.
“Cos’è, invece dell’eclissi, vuoi dipingere il nulla cosmico?”
Fumagalli smosse le penne, poi lasciò correre la battuta di Andreas e, invece, chiese:
“Che ora è?”
“Le dieci e dieci.”
“Ma tu la vedi la luna?”
Andreas alzò le spalle:
“Nei pezzi di cielo che vedo, delimitati tra palazzi e alberi… no. Ma arriverà.”
Fumagalli passeggiava nell’erba, in attesa, ma più il tempo passava, e più i metri quadri di spazio a disposizione diminuivano, tra persone sdraiate su teli che parevano essere lì per campeggiare, e gente seduta semplicemente sul manto verde, stanca di aspettare.
“Che ora è?”
“Me lo hai chiesto cinque minuti fa.”
“Hmm, le dieci e un quarto: ora dovrebbe essere visibile…”
“Pensa se avessero sbagliato a fare i conti e magari l’eclissi ci sarà, però alle tre di notte. Non sarebbe divertente?”
“Decisamente, però il punto è che io non vedo nemmeno la luna.”
Si guardarono, e Fumagalli disse:
“Tu vuoi restare qui?”
Andreas sorrise:
“Andiamo, ti offro un’insalata,” gli rispose mentre cominciava a raccogliere il materiale da pittura rimasto pulito.
Si fecero largo nella folla e raggiunsero l’uscita del parco.
Lì fuori, mentre erano a un semaforo ad aspettare il verde per attraversare, Fumagalli, urlò:
“La luna! Eccola!”
Era minuscola, ma rossa.
“Di certo posso dire che il mio sogno non era premonitore: non è affatto enorme, neanche come quelle riportate dai giornali.”
“Presto, dammi le mie cose per dipingere.”
“Che?! Vuoi farlo qui, all’incrocio?!”
Fumagalli urlò e Andreas ridispose il materiale alla portata dell’amico, che si mise presto all’opera: partì con un grande cerchio rosso.
“Capisco la libertà artistica, ma stai un po’ ingigantendo il fenomeno…” commentò Andreas.
Ma poi, con l’aggiunta di altri elementi, Andreas capì meglio il significato di quel cerchio: l’opera che stava venendo alla luce aveva infatti molto poco a che fare con l’idea originale di un quadro sull’eclissi, dipinto in un parco in una notte estiva. L’opera che Fumagalli stava rapidamente portando a termine aveva invece per oggetto un semaforo, rosso, e sullo sfondo tante persone stilizzate.
“Ma non c’è la luna,” disse Andreas.
“Solo se guardi bene,” rispose Fumagalli con un po’ di civetteria: c’era effettivamente un microscopico puntino rosso, in alto a destra, praticamente sul bordo.
“E come chiamerai questo quadro?”
“Semplicemente Milano, eclissi di luna.”
“Hmm… io non ne capisco di arte, quindi non so. Però Lalore lo apprezzerebbe, se fosse qui.”
Fumagalli gli si avvicinò per un breve contatto fisico. Poi Andreas, con il quadro in mano per farlo asciugare, condusse l’amico verso una piccola tavola fredda per un’insalata e un panino.
Lì, trovarono anche Manuel, che stava pagando alla cassa:
“È qui da quando ci siamo lasciati?” chiese meravigliato Fumagalli.
“No: ho mangiato e sono andato al parco. Ma appena ne ho visto la folla, ho deciso di lasciar perdere e di guardare l’evento in streaming.”
“Non poteva farlo a casa? Dal televisore si sarebbe visto meglio,” domandò Andreas.
“Vero, ma qui c’è l’aria condizionata. Godetevela,” e se ne andò.
E lo fecero, per tutta la durata di quello spuntino serale. Poi, verso le 23, tornarono a casa.
Lì, dalla finestra del salotto, la luna era visibile, e venne da ridere a tutti e due.
Ne guardarono il rossore ormai sbiadito per qualche minuto, poi Andreas disse:
“Secondo te… secondo te lei non tornerà, vero?”
Fumagalli lo squadrò muovendo la testa in varie angolazioni, poi rispose:
“Vedi, è passato quasi un mese da quando è andata via, e non ti ha scritto nemmeno una parola. Onestamente, penso che essere certi di un suo ritorno sia un po’ come… illudersi.”
Andreas sospirò:
“Ti va se spengo la luce, così vediamo meglio quel che resta dell’eclissi?”
Fumagalli acconsentì, e al buio, guardarono la luna, che stava inesorabilmente perdendo colore.

 

  1. Il link originale rimanda a delle pagine per l’interpretazione dei sogni in lingua inglese. Qui si è usato il seguente.