Auto-difesa

So Close, and Yet… – Prompt:

Sei quasi arrivato alla destinazione dei tuoi sogni. Il viaggio non è degno di nota fino a che, a un’ora dalla destinazione, il veicolo si rompe. Dove ti trovi, e che cosa fai?

Più o meno, era andata così: Brian (che continuava a farsi chiamare così da tutti i personaggi con i quali interagiva quando la sua vicenda principale era in narrazione, conscio che nessuno di quelli della sua vera storia si sarebbe mai inserito nella sua vita parallela e autonoma) aveva molto poco volontariamente riallacciato i rapporti con la bionda, la quale, seppur lusingata, stava giocando a fare la preziosa per fargli pagare la sua precedente scomparsa, e segretamente anche per paura di restare nuovamente scottata. Odoacre, dal canto suo, controllava che tutto proseguisse come voleva, e gli venne spontaneo fare le fusa quando il venerdì sera Brian invitò la bionda a passare il sabato in un lido sul lago di Como. Ne fece un po’ di meno quando la bionda, dopo l’entusiasmo iniziale, disse:
“Ma non pensi che sia un po’ troppo last minute? Credi che debba sempre essere disponibile per te?”
Alla fine la bionda accettò l’invito, ma per ripicca, decise di allargarlo:
“Allora invitiamo anche Lalore e il suo tipo.”
Odoacre fu tutto sommato contento dell’esito della proposta di Brian, ma solo fino alla conclusiva frase della bionda:
“…così facciamo un’uscita a sei.”
Odoacre non era infatti stupido, e aveva capito che i due in più previsti in quella che sembrava essere un’uscita a quattro erano lui e Fumagalli.
Quando Lalore riferì l’invito ad Andreas, era quasi certa che lui avrebbe rifiutato, data la sua scarsa propensione alle scampagnate, e alle sue ritrosie per gli eventi organizzati all’ultimo momento.
“Domani al lago? Con la tua amica e Brian?” chiese per conferma Andreas, e quando Lalore annuì, disse, “ottimo.”
“Bene, allora vado subito a preparare qualcosa da mangiare per domani,” e sparì con un sorriso.
“Questo tuo entusiasmo per una giornata fuori casa mi stupisce. So che i mondiali e il calcio in genere non ti interessano, ma sono davvero sorpreso,” constatò Fumagalli, alzando la testa da una copia stampata di un racconto che la signora Piacentini aveva scritto e del quale lei voleva avere un’opinione.
“Non hai sentito? Al lago! Forse la Robi non mi darà mai l’occasione di tradire Lalore, ma vedrò la bionda in costume!”
Fumagalli scosse appena le penne, poi disse:
“Be’, mi spiace deluderti, ma ultimamente la Robi si sta dimostrando abbastanza sadica nei nostri confronti.”
“E quindi?”
“E quindi, considerato che il prompt prevede che il veicolo si rompa a un’ora dall’arrivo, potrebbe succedere che non vedrai la bionda in bikini,” replicò Fumagalli con tono leggermente soddisfatto.
“Forse potrei convincere Brian a non andare con le macchine, ma con il treno, o con un autobus…”
“Il prompt è chiaro sulla genericità del mezzo di trasporto: veicolo. Potremmo anche andare con un autosnodato, ma si romperà lo stesso. Sarà il destino, se così vogliamo dire.”
Andreas parve deluso, poi alzò le spalle:
“Vedremo…”
Il giorno dopo la macchina guidata da Brian arrivò sotto casa di Andreas, il quale stava sistemando Fumagalli sui sedili posteriori dell’auto di Lalore, mentre questa era salita di nuovo in casa: aveva lasciato nel frigo l’insalata di riso che aveva preparato la sera prima.
Brian scese dalla macchina, mentre la bionda e Odoacre, nel trasportino, rimasero dentro.
“Come va, allora?” chiese Andreas, lasciando lo sportello aperto cosicché Fumagalli potesse ascoltarli.
“Sono stremato.”
Andreas fece un sorriso malizioso e guardò la sagoma della bionda nell’auto.
“No, che hai capito. È perché la mia storia da Filippo prosegue molto intensamente, e in narrazione devo subito vestire i panni dell’innamorato. Anzi, scusami se c’è stato così poco preavviso per oggi, ma non so mai quando sono libero. Fare il personaggio in due storie non è per niente facile.”
Infatti, quando Lalore arrivò, questa disse subito:
“Brian, stai bene? Mi sembri stanco…”
Appena Lalore mise nel bagagliaio l’insalata di riso, decisero di partire.
“Ehi,” disse Brian poco prima di rimettersi nella sua macchina, “non solo hai una donna bella, intelligente, e brava in cucina, ma anche pilota.”
“Patente scaduta!” rispose Andreas simulando una risata: la patente non era scaduta per una dimenticanza e in procinto di essere rinnovata. Andreas non guidava più da quindici anni, dopo aver subito un tamponamento e un lieve colpo di frusta.
Lalore colse il suo disagio, così gli passò una mano sulla coscia e disse:
“Sei il mio passeggero preferito, ti porterei ovunque.”
Poi inserì la marcia e partì, seguendo l’auto di Brian.
Andreas fu teso per tutto il viaggio: il prompt parlava di un guasto, ma se ciò si fosse tramutato in un qualcosa di pericoloso? Se si fossero fermati su una strada deserta, come quelle assolate e riverberanti dei film americani? O se ad aiutarli fosse stato uno psicopatico? Sapeva che non poteva morire perché era il protagonista, come pure sapeva che la storia nella quale era non era tragica e che, quindi, non sarebbe successo niente di grave, ma continuava a guardare l’orologio e a chiedere a Lalore quanto mancasse, come avrebbe fatto un bambino. Perché più passava il tempo, e più si avvicinava il momento di svolta della storia.
“Un’oretta, credo.”
Fumagalli urlò, e Andreas tentò di acuire il suo udito per carpire rumori strani nell’auto.
Nulla, se non Lalore che a un certo punto disse:
“Ma dove sta andando Brian…?”
Continuò a seguirlo accigliata, fino a che lo comprese: un distributore di metano. Andreas fu grato a Brian per quella pausa inaspettata, prima del tracollo, sotto un cielo ancora non troppo caldo.
“Ma scusa,” esclamò la bionda appena scesa dall’auto, “non potevi pensarci ieri sera, a fare rifornimento?”
“Non ho avuto tempo,” si giustificò Brian.
Tutti scesero dalle rispettive auto, e si sgranchirono gambe e zampe. Le due donne si appartarono, e non ci volle molta immaginazione per capire che stavano parlando di uomini.
Brian, rimasto con Andreas e Fumagalli accanto alla sua macchina, in attesa che l’addetto finisse di fare il pieno, rabbrividì:
“Non credo di poter continuare così. Lei me la sta facendo pagare per l’altra volta, con civetteria e frecciatine, mentre lui… Ma dove è andato?”
Effettivamente Odoacre era scomparso, e Brian fece spallucce, ma abbassò la voce:
“Quella bestia invece mi controlla, mi lancia sempre occhiatacce che vogliono dire ‘questo non va’, ‘così è troppo poco’…”
“Coraggio,” gli disse Andreas, con tono solidale. Solo allora gli venne il dubbio che, forse, aver avuto un tatuaggio come pegno poteva non essere così grave.
Quando l’addetto finì di riempire di gas il serbatoio dell’auto di Brian, le donne si avvicinarono agli uomini e la bionda disse:
“Avete visto Pallino?”
Brian fece di nuovo spallucce, e Fumagalli disse:
“Non credo che vorrà restare qui: tornerà quando capirà che ce ne stiamo andando.”
La bionda constatò che aveva ragione, poi suggerì, mentre aspettavano che tornasse, di prendersi un caffè nel piccolo bar della stazione di servizio.
Lì, la bionda non perdeva occasione di infliggere sottili tormenti a Brian:
“Potresti prendermi una bustina di zucchero? No, non bianco, di canna… Anzi no, puoi chiedere se hanno della stevia? E potresti anche prendermi una bottiglia d’acqua dal distributore? Hanno anche le barrette multicereali? Me ne prendi una?”
E Brian, in silenzio, anche se Odoacre non era lì a controllarlo, obbediva al suo ruolo di corteggiatore paziente e colpevole.
Poi, poco prima di andarsene, le due donne andarono in bagno.
Brian era davvero demoralizzato: quella relazione obbligata lo stava consumando.
“Come va il tuo caso?” chiese Fumagalli per farlo distrarre.
“Per essere ancora all’inizio, sta andando bene. Sono riuscito a rintracciare e a parlare con la madre dell’attrice e… va be’, anche con la sorella.”
Il modo sbrigativo con il quale menzionò l’ultima donna con la quale aveva avuto a che fare fece gridare Fumagalli.
“Non dirmi che…” disse Andreas, poi lo guardò attentamente, “no, davvero? Anche con lei?”
“Sh!” fece Brian portandosi un dito davanti alla bocca, controllando la porta del bagno, “ebbene sì, sì. Sono il personaggio maschile di una storia scritta da qualcuno che forse con le donne ha poco successo. Non è colpa mia se per Salinks finisco sempre a letto con le donne. Sono obbligato dalla sua storia.”
“Dai, non far finta che ti dispiaccia avere tutte queste donne. La sorella di una bella attrice non può essere tanto brutta, no?” disse Andreas.
Brian sorrise, poi ridivenne serio quando le donne tornarono. A quel punto uscirono e videro Odoacre davanti all’auto di Brian, che aspettava con aria impaziente. La sua coda si muoveva come un serpente al suono di un flauto.
“Pallino, cucciolo: ti mancavo, vero? Adesso sono qui,” disse la bionda prendendolo in braccio. Poi aprì lo sportello e lo mise nel trasportino: era ora di ripartire.
Andreas aveva dimenticato quanto il prompt diceva e, dopo aver sistemato Fumagalli, si sedette al posto del passeggero felice di poter passare una giornata con un amico. Lalore, invece, attese che Brian accendesse l’auto per poterlo seguire. Attese. E attese. Poi Brian venne fuori dall’auto, e guardò confuso il suo veicolo.
Lalore e Andreas scesero, lasciando i finestrini aperti per Fumagalli, e chiesero che cosa fosse successo.
“Non lo so, non parte.”
Evidentemente, nessuno di loro era un esperto di motori, infatti nessuno si azzardò a controllare il cofano. Brian, non trovò altro di meglio da fare che andare dall’addetto alla pompa il quale, gentilmente, chiamò un suo collega che era all’interno di un minuscolo gabbiotto.
“Hmm,” disse lui guardando il motore con una smorfia rassegnata, “mi sa che non può ripartire con questa.”
“Lei non può aggiustarla?” chiese Lalore.
“Ah, se fosse per me, anche ora, ma…” e concluse la frase scuotendo la testa.
“E quindi? Questa macchina mi serve per lavorare. Lunedì devo andare a Rogno per parlare con il vecchio costumista. Forse lei non mi capisce, ma io non posso mancare. Non ne va della mia carriera, ma della mia stessa esistenza!”
“Guardi,” disse l’uomo, “me la lasci qua, e vedo se riesco a rimediare per stasera i pezzi da un mio fornitore di fiducia. Però, le dirò che questo potrebbe costarle un po’…”
Brian parve davvero sconvolto e la bionda, che nel frattempo era scesa dalla macchina, gli si avvicinò e gli strofinò una spalla per conforto:
“Coraggio, si può aggiustare.”
“Non ho la carta, e potrei non avere abbastanza soldi con me…”
La bionda sbuffò e si allontanò di un passo da lui.
A quel punto si guardarono tutti, indecisi, fino a che, come sempre, fu Lalore a trovare la soluzione.
“Facciamo così: lei provveda al pezzo e a riparare l’auto, visto che è necessario, e domani è anche domenica. Poi,” e si rivolse al gruppo, “considerato che non riusciamo a fare una colletta sostanziosa, torniamo a Milano, così tu Brian puoi prendere la carta. E, se volete, possiamo fare un picnic all’Indro Montanelli, oppure stare da noi, se comincia a fare troppo caldo. Poi, nel tardo pomeriggio, ti accompagno di nuovo qui per prendere la macchina. Che ne dite?”
Nessuno ebbe un’idea migliore e, così, si ritrovarono tutti nella macchina di Lalore: lei al volante, la bionda davanti con Odoacre nel trasportino, gli uomini dietro con Fumagalli che ricopriva le loro cosce con le sue dorsali.
Ignoravano però un fondamentale fatto: durante la pausa al distributore, Odoacre si era dato da fare e, con un rapido forbici-carta-sasso, aveva vinto una scommessa con l’uomo del gabbiotto. Il pegno che lo aveva obbligato a pagare fu di manomettere, senza farsene accorgere, l’auto di Brian e di fingere poi che fosse necessario cambiare un pezzo molto costoso. Un sabotaggio che si era rivelato vincente per lui, con quel suo viaggio di ritorno a Milano.
Odoacre non era contro l’appuntamento in sé, però essere obbligato a passare tutto il giorno in un lido non gli andava per nulla. E poi, in fin dei conti, era un gatto: l’acqua gli dava davvero sui nervi.