A cena dai suoi

Simile But Different – Prompt:

Scegli un oggetto da ogni colonna nella tabella 1 per creare una similitudine. Più la similitudine è bizzarra, più è divertente inventare una storia attorno a essa. Se vuoi, genera alcune similitudini e usale tutte.
Usa per la tua storia l’ incipit “Io (o lei/lui) presi un sorso di…”, assicurandoti di includere le similitudini che hai creato da qualche parte nel pezzo.

Andreas bevve un sorso di caffellatte. Gli andò immediatamente di traverso quando Lalore, quel sabato di riposo, rispose al telefono con ‘mamma, ciao’.
“Ehi,” disse Fumagalli avvicinandosi a lui, “ora che ci penso, in queste settimane, non hai mai detto che Lalore aveva una famiglia.”
Andreas non rispose: tossiva ancora. Fumagalli attese che si riprendesse, poi continuando:
“In effetti le vostre backstory sono assenti.”
“Penso che la Robi abbia avuto buone ragioni per non renderle note e, conoscendo la famiglia di Lalore, per una volta sono d’accordo con lei.”
“Perché?”
“Perché è una massa di antipatici.”
Lalore terminò la chiamata, e annunciò:
“Visto che domani è il compleanno di mio padre, la mamma ha organizzato una piccola cena per stasera, visto che domani mio fratello non può.”
“E noi stasera possiamo?”
“Avevamo in programma solo Il trono di spade, perciò sì. Dai, Andri, ho già capito, ma stai tranquillo: mia mamma ha detto che sarà una cosetta ristretta, per pochi.”
“Appunto, aiutiamoli a renderla ancora più intima.”
“Sei il solito ironico,” gli disse. Poi, passandogli accanto per andare a lavarsi in bagno, gli diede un bacio sulla fronte.
“Che vuoi che sarà mai?” disse Fumagalli quando furno soli, “è la sua famiglia, devi andarci. In fondo la tua futura suocera vi ha-”
“Vi ha? Guarda che vieni anche tu.”
“Grazie, ne sono onorato, io. Dicevo, la tua futura suocera ci ha solo invitati a una piccola cena: dopo una manciata di ore torneremo comunque a casa.”
“Sì, invitante come uno scarafaggio nel frigorifero,” rispose Andreas roteando la tazza, creando un piccolo vortice al centro.
“Dici invitante con quella faccia? Sei ancora ironico?”
“No.”
“Con la similitudine che hai scelta, più che invitante, direi l’opposto. Uno scarafaggio in frigo… al più potrebbe essere croccante, ma invitante…”
“Invitante perché lo scarafaggio sarebbe la mia futura suocera, e il frigo la sua casa con le cose buone da mangiare, perché lì si mangia veramente bene. E, comunque, se la grammatica non è un’opinione, è invitante nel senso di participio presente. Colei che invita.”
“Hai ragione, non ci avevo pensato. Va be’, almeno stasera verrà reso noto il cognome di Lalore, visto che la Robi non potrà continuamente riferirsi ai genitori di Lalore con i genitori di Lalore.”
Così, alle sei si misero tutti e tre in macchina. Tutti, perché Andreas, nonostante avesse tentato di farsi venire il mal di pancia ingerendo 150 grammi di prugne secche, era sano come un pesce. Manco uno starnuto o una linea di febbre.
Arrivarono a Pizzighettone verso le sette:
“Andri, per favore, prendi la busta con il regalo.”
“Gli facciamo un regalo? Che cosa gli hai preso?” disse Andreas mentre apriva il bagagliaio.
“Cioccolatini e grappa.”
“E se gli dessimo solo la grappa e ci tenessimo i cioccolatini per il prossimo episodio de Il trono di spade?” suggerì, perché ora che aveva imparato quattro nomi di casate e una manciata di nomi di personaggi, la serie iniziava a piacergli.
“Sei un amore,” gli rispose Lalore, prendendo tutta la busta senza variarne il contenuto.
Fumagalli avanzava lentamente, osservando:
“I tuoi genitori abitano lì, in quella villa con giardino?”
Lalore annuì, e Fumagalli rispose un grido.
Si avviarono al portone, e ad aprir loro fu la signora Piacentini, che era la copia di Lalore, solo che aveva i capelli tinti di nero.
“Amore, come stai?” disse alla figlia abbracciandola lì sulla soglia. Poi, vedendo Andreas, disse, “ah, tu,” e inchinò appena la testa, come avrebbe fatto una dama dell’Ottocento con un servo.
“Mamma, non siamo qui solo Andreas e io, ma-”
“Oh no!” disse la donna portandosi una mano alla gola, guardando Andreas, “non ditemi che aspettate un bambino…”
Lalore rise, poi spiegò:
“No, abbiamo portato il nostro pavone di casa.”
“Buonasera, sono Fumagalli,” la salutò, poi attivò le penne e formò una ruota completa. Dopo aver ricevuto i complimenti dalla signora Piacentini, tutti entrarono, meno Fumagalli: doveva aspettare di avere le dimensioni giuste per passare attraverso gli stipiti del portone, lasciatagli socchiusa.
Gli altri entrarono subito nella sala da pranzo o, come in quel caso, da cena. C’erano già tutti: il signor Piacentini, il suo altro figlio, Simone, e la sua ragazza, Ginevra.
“Amore, non dovevi disturbarti,” disse il signor Piacentini mentre controllava il contenuto della busta che gli aveva appena consegnato la figlia.
“Buonasera,” lo salutò Andreas, “e auguri.”
“Non si fanno gli auguri in anticipo, porta male,” gli disse con una smorfia in volto.
“Scusa, pensavo che, visto che stasera festeggiamo il tuo compleanno…”
“Ehm,” si intromise la signora Piacentini, “sapete, Lalore e Andreas non sono venuti qui da soli, ma hanno-”
“Ah, che bella notizia Lalore!” esclamò Ginevra, “me ne ero accorta appena sei entrata nella stanza. Sei più florida, più rotonda… Congratulazioni.”
Lalore rise ancora, poi dissipò di nuovo il malinteso spiegando la presenza di Fumagalli, che arrivò dopo un altro minuto.
“Bene, dico a Michelle di iniziare a servire gli antipasti. Accomodiamoci,” disse la signora Piacentini.
“Chi è Michelle?” bisbigliò Fumagalli ad Andreas, nel trambusto delle sedie che si muovevano.
“L’unica normale: la domestica.”
La cena iniziò: per la gioia di Andreas fu gustosa e, soprattutto, rapida.
Quando arrivarono al tiramisù, la signora Pedicini si alzò, con in mano un bicchiere pieno di spumante giallo paglierino.
“Stasera è una festa speciale, perché sia mio marito che io abbiamo qualcosa da celebrare: lui domani compirà sessantadue anni, e io ho appena pubblicato un libro!”
I due figli e la futura nuora espressero gioia per quella notizia. Andreas tacque e non fece finta di essere contento, perché tanto la signora Piacentini non si sarebbe mai accorta della mancanza di adulazione da parte sua.
“Complimenti signora!” disse Fumagalli.
“E di che cosa parla?” chiese Lalore che, intanto, si era alzata per abbracciare la madre.
“D’amore.”
Lalore sembrò sciogliersi:
“Se ne hai già una copia, faccela vedere.”
La signora Piacentini si alzò e tornò trionfante con un libro non molto spesso, con in copertina delle labbra sensuali, e il titolo: Il richiamo del barbaro.
Fumagalli emise un suono.
“Dal titolo sembra un romanzo storico,” continuò Lalore.
“Vero. Ho dovuto fare un po’ di ricerche, infatti, ma ci ho messo anche degli elementi fantasy.”
“Perché non ce ne leggi un pezzo?”
L’estratto di un romanzo storico: Andreas si sentì mancare e desiderò aver accettato il bicchiere di spumante che gli era stato offerto.
“Davvero? E quale scena?”
“Non so, a caso: scorri con il dito e io ti dico stop.”
La signora Piacentini ubbidì, poi lesse in silenzio un pezzetto e disse:
“No, mi vergogno troppo. Leggi tu,” disse a Simone, passandogli il libro. Simone si alzò in piedi come se avesse dovuto recitare una poesia, e iniziò:
“Così Jon Slow mi prese fra le braccia e mi spogliò, indugiando sui miei cap… cape… Magari vado avanti di qualche pagina,” disse avanzando di un paio di millimetri nello spessore del libro, “allora… Soggiogata da lui, partecipavo alla sua ansia di venire, di erompe… Ehm…”
Andreas aveva i crampi a furia di trattenere il riso, mentre Lalore non si capiva se fosse imbarazzata per quanto la madre avesse pubblicato, o per il fratello paonazzo. Ad ogni modo, era rossa esattamente della stessa tonalità del fratello, probabilmente per i geni che condivideva con lui.
“Mamma, ma è tutto così?” disse infine con un tono di voce basso, prendendo in mano il libro dal fratello, che si era dovuto sedere, quasi stesse per mancare.
“È un genere molto popolare, oggi. Il mio editore dice che forse non diventerà un best seller, ma lo inseriranno in una collana di letteratura rosa erotica storica fantasy.”
“Ti prego, mamma,” disse Simone, “non posso sentire accostare la tua voce a certe parole. Sei mia madre!”
“Ma caro, come credi che io e tuo padre ti abbiamo procreato? È una cosa naturale!”
Lalore intanto sfogliava il libro: a volte guardava la madre, ma altre volte guardava anche il padre, probabilmente chiedendosi se quello che stesse leggendo non fosse anche in parte autobiografico.
In mezzo al vociare di madre e figlio, Fumagalli si era avvicinato ad Andreas:
“Ti dirò che lei non mi sembra l’antipatica che tu mi avevi detto essere. Ha pure chiaramente guardato Il trono di spade.”
“Vero. E non sai quanto mi stia divertendo a vedere questa scena. Per una volta, la Robi mi ha dato qualcosa di soddisfacente, se non fosse che…”
“Che…”
“Mi sa che le prugne stiano cominciando a fare effetto.”

  1. Vedila nel link del prompt originale.